Ladispoli, la "Corrado Melone" affronta tema del femminicidio • Terzo Binario News

di Alessio Cardone, Luca Colaboni, Elisa De Angelis, Alessandro Silvestri 3M

Non è la prima volta che la nostra Scuola, la “Corrado Melone”, affronta con noi ragazzi temi difficili, ma fondamentali per noi che un giorno saremo adulti ed importanti per noi ragazze proprio come questo nuovo incontro sul femminicidio.
Purtroppo, a causa della limitatezza della nostra sala teatro, solo poche classi hanno potuto assistere ad un ulteriore incontro sul femminicidio. Si è trattato di un incontro “poetico” con il fotografo e musicista Sergio Battista, la maestra Elena e le attrici Silvia e Arianna. Sergio Battista è stato il primo a prendere la parola, ci ha mostrato il suo libro di fotografie e di interviste, intitolato “La voce delle donne. Considerazioni al femminile sulla violenza di genere”, dove sono raccolti i pensieri e le opinioni di ventuno donne sul tema della violenza, accompagnate dalle fotografie scattate dall’autore. Battista ci ha spiegato che negli ultimi 10 anni in Italia sono stati commessi più di 1.700 femminicidi; nel 70% dei casi una donna è stata uccisa dal proprio compagno, cioè proprio dalla persona che avrebbe dovuto amarla e proteggerla. I dati parlano chiaro: il pericolo non viene da sconosciuti che si incontrano per strada ma, come cerca di farci capire la favola di Cappuccetto Rosso, il pericolo è in casa. Bisogna fare qualcosa per bloccare questo fenomeno!

Dopo la presentazione del libro, è seguita una performance breve ma intensa, ovvero il reading di una storia di violenza e sopraffazione, scritta da Sergio (e dalle donne che hanno preso parte al progetto del libro) ed interpretata dalle attrici Silvia e Arianna, mentre Elena suonava la chitarra e cantava alcuni pezzi musicali.
Si racconta di un uomo e di una donna innamorati; in questa parte, la narrazione è molto poetica. Tutto sembra più bello, tutto è straordinario, quando c’è l’amore nell’aria, i colori sembrano più accesi, i fiori più profumati, le rondini in cielo sembrano volare più veloci e felici. Man mano che la vicenda va avanti, l’amore cambia la sua natura di sentimento positivo e si tramuta in altro, in qualcosa di possessivo e violento … ma non in modo improvviso. Il primo passo è la gelosia: l’uomo non tollera che la donna esca e frequenti le amiche: ha paura lo possa tradire. Successivamente, la convince a lasciare il lavoro, convincendola che nell’evenienza che possano avere un figlio, il suo posto sia a casa. Ma un giorno l’uomo torna a casa dal lavoro, vedendo che la cena non è pronta sgrida la moglie, accusandola di non fare niente tutto il giorno mentre lui si spacca la schiena; la accusa addirittura di tradirlo con l’idraulico. Dalle offese verbali passa alle mani, la colpisce insultandola in modo violento. Ecco la violenza fisica; all’inizio sono “solo” degli schiaffi, poi l’uomo comincia a fare veramente male alla sua compagna. Lei si sente in colpa, si crede una incapace; si rende conto di non avere più il controllo della sua vita. Oltre a questo ha perso anche un’altra cosa: l’amore. Ora la donna comincia a vedere i colori meno accesi, i fiori sembrano appassiti e in cielo le rondini sembra non volino più. Il figlio è nato, è cresciuto; la donna vorrebbe riconquistare la propria indipendenza, vorrebbe ritornare a lavorare. Ma lui la picchia e la insulta violentemente. Gli insulti e le violenze non cessano, anche se all’esterno sembrano una coppia perfetta … Nella rappresentazione, per fortuna, accade qualcosa che purtroppo non succede quasi mai nella realtà: la donna diventa pian piano consapevole di non poter più andare avanti in quel modo. Infine si ribella e scappa via da chi avrebbe dovuto proteggerla, ma le ha provocato solo dolore.

Abbiamo apprezzato molto l’accostamento della narrazione, che trasmetteva tristezza e sofferenza, alle canzoni ritmate e poetiche. Il contrasto faceva comprendere l’assurda contraddizione che c’è nel femminicidio: uccidere per amore, per un amore distorto e malato.

Al termine della performance, sono state lette alcune nostre riflessioni e sono stati presentati alcuni cartelloni che hanno offerto ulteriori spunti di riflessione per parlare di discriminazione e violenza di genere e per leggere alcune parti del libro presentato dall’esperto.
Un cartellone in particolare – ha notato il nostro ospite – riporta una frase simile ad una che si trova all’interno del libro: “la donna è come una stella e l’uomo che usa violenza cerca di spegnere quella luce, vuole impedire che quella luce brilli”. La frase era venuta in mente ad una nostra compagna di classe, durante una lezione. Ha colpito la consonanza delle nostre riflessioni e quelle espresse dall’autore. È stata letta anche una poesia scritta dalla nostra compagna di classe, Giulia Lombardi, che quel giorno era assente.
Lo spazio delle domande è stato aperto nell’ultima parte dell’incontro. L’intervento che ci ha colpito di più è stata un’affermazione di una nostra compagna di scuola: “Ci sono corsi ed incontri che insegnano alle donne a difendersi dalle aggressioni, ma non corsi ed incontri che insegnano agli uomini a non essere violenti e a non aggredire”.
Si è parlato del fatto che in Italia è ancora poco frequente trovare una donna che riveste una carica politica importante (Presidente della Repubblica o del Consiglio o del Senato) o all’interno di un consiglio di amministrazione di una grande azienda.
Anche un altro argomento è stato molto sottolineato: quello del vestiario. È molto frequente che una donna che indossi una minigonna o vestiti con scollature venga importunata. Se una ragazza indossa quel tipo di abiti non può andare per strada tranquilla per paura di essere aggredita o importunata, forse, per certa gente che ragiona in questo modo, dovremmo indossare il burqa per camminare tranquille per la strada!
Sono seguiti altri spunti interessanti, poi ad un certo punto la nostra professoressa di Lettere ha interrotto la sequenza delle domande perché alcuni interventi stavano andando fuori tema, forse per scherzo o forse per errore di qualche compagno un po’ immaturo e la serietà è ritornata quando gli zii di Nicole Lelli, presenti all’evento, sono stati invitati a prendere la parola e a fare un riferimento all’omicidio della nipote, vittima di femminicidio, uccisa con un colpo di pistola dal suo ex-marito, quando aveva solo 23 anni, la cui foto è nel libro. La zia ci ha detto che non si sarebbe mai aspettata un fatto così grave perché Nicole era sempre sembrata tranquilla. Inoltre, ci ha esortato a volerci bene e rispettarci sempre; a credere nel dialogo e nella dignità di ciascuno in modo che atti violenti non accadano mai più.
Pensiamo che questo incontro sia stato molto importante perché si è parlato di un tema purtroppo attuale in maniera diversa e perché, anche se stiamo lavorando sul femminicidio già da inizio anno, ci ha fatto acquisire alcuni nuovi elementi utili per capire e riflettere e per poter cercare di fare qualcosa, anche nel nostro piccolo, per sconfiggere pregiudizi e violenza.

Pubblicato mercoledì, 10 Gennaio 2018 @ 09:26:37     © RIPRODUZIONE RISERVATA