Riceviamo e pubblichiamo questa storia che sarebbe accaduto alla scuola Ladispoli 1 e che ci viene raccontata dal Dirigente scolastico Riccardo Agresti
Ho da raccontare una strana storia che rivela che esistono poteri o millantatori che credono di poter manovrare le teste altrui a proprio piacimento con atteggiamenti che sembrano molto simili a quelli di certi picciotti.
Tutto nasce dalla rimozione dall’incarico da me affidato alla mia prima collaboratrice. Fatto che ora ha avuto la conseguenza di far inviare una nota a firma di un centinaio di docenti della “Ladispoli 1” per chiedere che io torni per il terzo anno consecutivo ad essere reggente di quella Scuola, per assicurare una continuità gestionale. Una raccolta analoga stia girando fra quei genitori che evidentemente hanno apprezzato la mia linea di difesa dei bambini che intendono frequentare la Scuola dello Stato, pagata dalle tasse dei propri genitori, per riceverne istruzione e non per perdere tempo.
Mi risulta anche che stia mulinando un’altra raccolta di firme, per chiedere che invece io non venga assegnato nuovamente in reggenza alla “Ladispoli 1”, in quanto “non sarebbe democratico avere lo stesso dirigente in due diverse Scuole”, ma il vero motivo sembra essere perché ho esautorato la mia ex prima collaboratrice delle sue funzioni.
Tralascio il fatto che l’organo supremo della Scuola sia il Consiglio di Istituto e non il dirigente scolastico, il quale non fa altro che applicare le delibere del Consiglio, e che quindi la democraticità sia salvaguardata dalla Legge. Tralascio anche le motivazioni che mi hanno spinto a togliere alla mia ex prima collaboratrice le funzioni che inizialmente le avevo assegnate. Chiariamo però, per chi non conosca la legislazione scolastica, che i collaboratori del dirigente non devono essere degli “yesmen”, ma “devono” essere persone di sua assoluta fiducia che ne condividano la “linea” gestionale.
Ma la cosa interessante è quello che è accaduto fra la rimozione della prima collaboratrice e la partenza di queste raccolte di firme. La conoscenza di questi fatti permetterà a tutti di poter decidere autonomamente di firmare qualsiasi lettera desideri, ma ben sapendo chi e cosa stia favorendo. Per correttezza occorre anche precisare che la mia ex prima collaboratrice si è completamente dissociata da quanto avvenuto e descritto nel seguito, confermando di non esserne assolutamente a conoscenza e personalmente non ho motivi per non crederle).
Veniamo ai fatti.
Il 28 giugno 2017 ho rimosso dall’incarico, da me affidatole, la mia prima collaboratrice della direzione scolastica, essendo venuti a cadere i presupposti per una buona collaborazione che avevo riposti nella sua persona.
Nella stessa giornata, alle 12.20 arriva una telefonata alla “Ladispoli 1”, poi inoltrata al mio ufficio. Si tratta di una chiamata da un numero non rintracciabile, fatta da una persona che si dichiara far parte della segreteria del Ministro Fedeli che mi chiede di reinsediare immediatamente la ormai ex vicaria nelle sue funzioni di mia prima collaboratrice. Alle mie rimostranze, che citavano alcuni problemi gestionali scolastici creatisi nella Scuola, mi riferiva che il Ministero avrebbe provveduto ad inviare due ispettori per verificare la situazione, ma che la “vicaria” doveva tornare nelle sue funzioni.
Circa due ore dopo, mi chiama un amico (che chiamerò prof. “Astittico” per semplicità), il quale con due telefonate, nella prima mi chiede di ritornare sulla mia decisione e mantenere come mia collaboratrice la ex “vicaria” per fargli un “favore personale” (lui mi avrebbe, in cambio, fatto avere la reggenza in un liceo vicino la mia abitazione per il prossimo anno), nella seconda mi dice che devo tener conto che lui ha “bloccato” alcune denunce, nei miei confronti a livello di USR, relative a sanzioni disciplinari comminate ad alcuni alunni dai relativi consigli di classe.
Il giorno dopo, nel pomeriggio, sento ancora il prof. Astittico che chiede di accelerare il reinsediamento della mia ex prima collaboratrice e, alle mie insistenze di voler conoscere i motivi di queste insistenze, mi invita a cena per il lunedì successivo allo scopo di raccontarmi i motivi della richiesta.
Venerdì 30 giugno ricevo una nuova telefonata, sempre da numero riservato, ma questa volta una attenta assistente amministrativa riesce a farsi dire il nome del chiamante. Chiamerò questo interlocutore dott. “Agrunio”, che mi risulta essere il capo della segreteria del Ministro. Mi chiede se abbia provveduto a reinsediare la mia prima collaboratrice in quanto “il Comando Generale dei Carabinieri insiste per averla il prima possibile al suo posto di mia collaboratrice in quanto sul litorale nord di Roma si stanno effettuando delle indagini su fatti gravissimi” e che lunedì una persona di mia conoscenza mi avrebbe rivelato le motivazioni della richiesta.
Terminata la telefonata, ho ovviamente richiamato immediatamente l’ufficio del dott. Agrunio, ma la sua segreteria mi informava che quel giorno non era in ufficio e di provare a richiamarlo il lunedì successivo (3 luglio). Ho allora fatto in modo che si sapesse in giro il risultato di questa mia telefonata e sono convinto che il prof. Astittico ne sia venuto a conoscenza in breve tempo.
Lunedì 3 luglio chiamo la segreteria del Ministro e mi viene confermato che il dott. Agrunio non mi ha mai cercato e che né lui, né altri del MIUR, avrebbero mai fatto pressioni del genere citato.
Successivamente mi chiama il prof. Astittico, presente “casualmente” a Ladispoli, per invitarmi a prendere un caffè e per spiegarmi (come anticipato dal presunto dott. Agrunio del MIUR) le motivazioni della richiesta. Le motivazioni, mi dice, risiederebbero nella fiducia riscossa ad “alto livello” dalla mia ex prima collaboratrice che avrebbe collaborato in passato con il MIUR e che sarebbe stata messa appositamente alla “Ladispoli 1” (in realtà la docente è in servizio da 15 anni in quella Scuola), come avvenuto per il prof. Astittico stesso e una reggente in altra Scuola di Ladispoli, in quanto ci sarebbe una situazione gravissima (non meglio specificata) sul litorale a nord di Roma, che va da Ostia a Civitavecchia, e queste persone hanno il compito di “vigilare”, per cui devono assolutamente mantenere le loro funzioni. Aggiunge che il dottor Agrunio sarebbe molto irritato per il mio “controllo” effettuato al MIUR. Lo rassicuro e il prof. Astittico chiama due volte il MIUR, senza risposta, per poi ricevere una chiamata dal dottor Agrunio (almeno a sua detta, in quanto non ho potuto ascoltarne la voce) il quale, rassicurato dal fatto che avrei provveduto a reinsediare la ex prima collaboratrice, mi avrebbe in seguito dimostrato “gratitudine”, grazie al posto che occupa (cioè vicinissimo al Ministro).
Allo scopo di avere chiarezza sulla veridicità del contatto fra il dottor Agrunio e il prof. Astittico, ho allora fatto inviare, senza farne pubblicità, una mail istituzionale, via pec, al MIUR, chiedendo conferma scritta della richiesta di reinsediamento della ex prima collaboratrice e ricevendo per iscritto la netta negazione della richiesta.
Il 6 luglio mi chiama ancora il prof. Astittico, che, questa volta (non essendo venuto a conoscenza del mio controllo) non fa alcun cenno al mio contatto avuto con il MIUR, ma mi chiede di fargli un “regalo” personale reinsediando la mia ex prima collaboratrice.
Lunedì 10 luglio 2017 ricevo l’insegnante alla presenza di una componente della RSU. Durante il colloquio la ex prima collaboratrice nega qualsiasi coinvolgimento nelle telefonate del dottor Agrunio e nelle richieste del prof. Astittico, di cui, anzi, afferma di non saperne nulla. Nemmeno mi conferma (ed agli atti della Scuola in effetti non risulta nulla) di avere mai collaborato con il MIUR, se non come semplice insegnante.
Il pomeriggio il prof. Astittico chiama ancora e mi conferma che in serata mi farà avere le motivazioni per le quali debba reinsediare la mia ex prima collaboratrice, ma in serata ricevo una mail senza reali motivazioni oggettive né chiarimenti su quali problemi reali gravino sul litorale.
Successivamente, il 12 luglio, ho chiesto prof. Astittico di confermarmi le situazioni descritte perché il tutto mi sembra abbia troppi lati oscuri e non vorrei essere vittima di uno scherzo male organizzato, ricevendo la sua conferma di tutto e anticipandomi che a breve avrei ricevuto la visita di un ufficiale dei Carabinieri, il quale mi avrebbe illustrato su quale “polveriera” sarei seduto e la conseguente necessità di mantenere nelle sue funzioni la mia ex prima collaboratrice attualmente in vacanza.
Sono trascorsi 10 giorni e sto ancora aspettando…
A questo punto non so, delle due ipotesi, quale sia peggiore:
1 non si tratta di millantatori, il che significa che effettivamente il Ministero si è abbassato ad una questione di interesse minimale quale la richiesta di far conservare una posizione di rilievo ad una docente;
2 si tratta di un grande bluff malamente organizzato da persone che usano manipolare le teste delle persone per loro vantaggi personali.
Riccardo Agresti