Ladispoli, "Corrado Melone": lezioni concerto, per i ragazzi della scuola media • Terzo Binario News

10917453_1397526137217792_611724029_nÈ in pieno svolgimento la serie di lezioni concerto, dedicate ai ragazzi della secondaria di primo grado, attuate fra mille difficoltà alla “Corrado Melone”.

Sinora si sono esibiti per i nostri ragazzi Giacomo Bellucci (pianoforte), Corrado Stocchi (violino), Sandro De Blasio (violoncello), Vincenzo Tiso (trombone), Piero Cardarelli (contrabbasso), Giancarlo Annibali, Attilio Berni (sassofono) che ha anche presentato parte della su collezione di sax (la più grande collezione al mondo), Roberto Magri (baritono e maestro di canto), Dionigi Renda e Simone Barretta (baritono), Marco Bianchi (tenore), Giusy Marcella e Marcella Foranna (mezzosoprano), Carmen Petrocelli, Rita Colucci e Maria Rosaria Grablovitz (soprano), il Quintetto di fiati solisti dell’orchestra “R. Rossellini”, il quintetto di ottoni “Ottoni d’autore” e tanti altri ancora … il tutto organizzato dal prof. Sergio Cozzi con la collaborazione gratuita dell’associazione ”Orchestra Roberto Rossellini”.

Le lezioni stanno mostrando ai ragazzi tutti gli strumenti musicali presenti in una orchestra, scorrendo la storia della musica e i generi musicali (dal barocco, al jazz, al pop …) e c’è stata anche una prima esecuzione mondiale di un brano inedito del Maestro Tiso. Man mano metteremo a disposizione di tutti, sul sito web della Scuola, estratti delle varie esibizioni.

Il successo di queste lezioni è enorme. Se tutti sono ormai abituati ad ammirare il silenzio, la compostezza e la civiltà dei ragazzi seduti nella sala consiliare, nessuno, credo, avrebbe mai immaginato di assistere agli applausi irrefrenabili e a “scena aperta” di dodicenni osannanti il tenore che si esibiva nel “Nessun dorma” di Puccini. Quegli applausi sono stati la prova evidente che lo spirito musicale del popolo italiano non si è spento, ma ancora cova sotto le ceneri. Oggi, purtroppo, una coltre copre questi ragazzi cui non viene dedicata la necessaria attenzione culturale. In Italia, al contrario di altri Paesi europei, i giovani sono “costretti” ad ascoltare musica dozzinale per mere questioni economiche. I media oggi, salvo minime eccezioni, martellano con le musiche in commercio che portano vantaggi economici senza badare alla qualità. Le “scalette” trasmesse non sono stabilite dai conduttori o dai DJ, se non in minima parte, ma dalle case discografiche, le quali pensano ovviamente al proprio ritorno economico e non alla diffusione di una reale cultura musicale. In tal modo, soprattutto per i ragazzi (i veri consumatori e acquirenti), come per tutti noi, dai media non proviene una vera offerta di musica di valore. Per musica di qualità non si intende solo la musica classica, ma musica che abbia qualcosa da trasmettere al cuore. È qualità anche molta musica rap o pop. Purtroppo ancora oggi non è retorico il titolo della canzone di Norisso e Curreri “Chiedi chi erano i Beatles”, in effetti oggi quasi nessuno dei nostri ragazzi non solo non sa dire chi siano Beethoven, Chopin, Mozart o Brahms (se non dopo avere letto, e magari anche studiato, noiose pagine per l’interrogazione del giorno dopo), ma nemmeno chi siano John Lennon, i Pink Floyd o i Genesis. Purtroppo, fra questi ragazzi, solo pochissimi saranno i fortunati che, nella loro vita futura, assisteranno ad un concerto di musica classica. Per tutti gli altri Bach resterà il nome di un autore che hanno (forse) studiato a scuola e non avranno la minima idea di cosa si intenda per “sublime” perché non avranno mai ascoltato i “Brandemburghesi”.

Tuttavia la colpa non sarà certamente la loro se l’Italia continuerà a scendere di livello culturale. Arriverà anche per i nostri giovani il momento delle scelte, delle quali saranno responsabili, ma come potranno mai volere ascoltare Shubert se nemmeno lo conoscono? È troppo facile accusare i nostri incolpevoli ragazzi, per nascondere le nostre colpe, fra le quali quelle di non averli mai portati a teatro o in una sala da concerto. Qualcuno potrebbe obiettare che si stia parlando dei “massimi sistemi” e che la realtà sia diversa. Allora sarà bene entrare nel merito di quali siano le “difficoltà” citate poco sopra. Non ci riferiamo alle problematiche insite nel retribuire almeno le spese di spostamento degli artisti che si stanno esibendo per i nostri ragazzi (tutti professionisti che provano a vivere di musica, ma che, per amicizia o per diffondere la cultura, hanno chiesto solo un rimborso spese ed in alcuni casi si sono esibiti gratuitamente rimettendoci anche le spese di viaggio). Infatti, molti genitori hanno accampato le scuse più assurde per non offrire il proprio minimo contributo (12 euro per 12 concerti) per nascondere il motivo reale: da ignoranti credono che la musica non sia cultura e non sia uno dei pilastri fondamentali per lo spirito umano. Costoro credono nella formula “bello=inutile”, senza ricordare che il bello proviene da Dio mentre il brutto è creato dall’uomo. Ci riferiamo invece alle polemiche scatenate da alcuni dipendenti comunali. Costoro, forse per attaccare il Sindaco Paliotta o il presidente del consiglio comunale Giuseppe Loddo (i quali, con lungimiranza e per offrire cultura a basso costo agli studenti, stanno consentendo alla Scuola l’uso della sala consiliare, permettendo al maggior numero possibile di ragazzi di fruire dei concerti), hanno affermato che la nona di Beethoven o l’inno di Mameli, suonati nella sala della città, li infastidiscono nel loro lavoro d’ufficio e la presenza dei ragazzi è di disturbo alle normali attività degli uffici comunali. Chiunque entri nel palazzo comunale durante le esibizioni si potrà rendere conto di quale disturbo possa arrecare il suono di un violino e la presenza dei silenziosi ragazzi, ma questo è il livello dell’Italia di certi adulti e la nostra speranza si riversa solo sugli educatissimi ragazzi che entrano tranquillamente nel palazzo comunale e ascoltano in silenzio ed applaudono i capolavori ed i brani che vengono proposti per illustrare gli strumenti musicali e la storia della musica.

Vinceranno l’incanto di capolavori musicali ed il desiderio di avere studenti che conoscano ed abbiano le capacità per poter apprezzare la lirica, il barocco, il jazz eccetera o la grettezza degli incolti? Lo sapremo il prossimo anno quando potremo illustrare ai genitori il proseguimento della nostra didattica o ammettere che se i ragazzi vorranno vedere da vicino un sassofono dovranno entrare in un negozio di strumenti musicali (fin quando ne esisteranno).

Pubblicato lunedì, 2 Febbraio 2015 @ 09:32:58     © RIPRODUZIONE RISERVATA