Il perché sia bene impegnarsi nello studio lo comprendono benissimo le persone più intelligenti, ma alla “Melone” cerchiamo di farlo comprendere a tutti, soprattutto a coloro i quali pensano che, per vivere meglio da adulti, esistano “strade” più facili e che richiedono meno impegno. Premiando i più bravi della Scuola, il livello delle eccellenze si sta man mano alzando e se 4 anni fa era sufficiente avere avuto una media si “8” per entrare a far parte dei migliori 100, quest’anno è occorso qualcosa come 8.75. Quando sarà necessario avere almeno “9” non limiteremo più a soli 100 questo limite indicante i “migliori”!
Il Consiglio di Istituto ha appoggiato da anni la proposta della direzione di far toccare con mano che l’impegno scolastico possa essere cool, offrendo ogni anno, grazie al dono della Seatour, un viaggio gratuito per i migliori ragazzi della scuola secondaria per una località storico-artistica italiana (ne abbiamo a iosa e non le valorizziamo affatto).
Dopo, nell’ordine, Napoli, Siena, Ercolano e Todi, quest’anno è toccato a Caserta e non poteva essere scelta migliore, proprio in questi giorni che stanno vedendo una assurda polemica scatenatasi fra chi crede esistano veramente dei confini di frontiera ed il nostro prossimo sia solo italiano e chi è più intelligente. Caserta rappresenta cosa sia stato capace di fare il “sud straniero” e “stranamente” non sia riportato nei libri di storia, perché, come sappiamo, la storia viene scritta dai vincitori. Nella fattispecie sono i piemontesi, che hanno certamente unito la nostra amata Italia, ma lo hanno fatto sfruttando le idee e la forza di Garibaldi, raccogliendone i frutti ed invadendo un Paese sovrano che aveva certamente altri difetti rispetto al Piemonte, ma aveva altrettanti pregi, forse di maggiori! Desidero chiarire che queste parole non sono a favore dei Borbone, ci mancherebbe: un diritto di sovranità ereditario è quanto di più lontano possa esserci nei miei pensieri e ringrazio la Repubblica per avermi dato per Presidente un galantuomo come il nostro amato Mattarella invece di un vanesio come re. Intendo solo dire che incredibilmente furono proprio i Borbone a creare una comunità di “pari”, all’avanguardia tecnologicamente e socialmente, come quella di San Leucio, fin dal lontanissimo 1700 e che grazie ai servizi di Piero e Alberto Angela abbiamo potuto conoscere ed andare ad apprezzare.
Di seguito sono riportati, in ordine casuale, i nomi dei ragazzi premiati, i quali si sono comportati con una compostezza e civiltà che ha destato la meraviglia di guide, cittadini di Caserta e stranieri anch’essi in visita a San Leucio, alla reggia ed al grazioso borgo di Casertavecchia.
I complimenti vanno quindi a Emili Sofia, Volo Alessia, Romano Ilaria, Calvo Sara, Sombodey Moonu Denzel, Nepita Aleksandra, Cama Simone, Paolesse Beatrice, Romagnoli Desiree, Di Marzio Alessandro. Rosati Flavio, Basile Michele, Salvucci Beatrice, Del Mastro Angelica. Capuani Paolo, Giuntini Giorgia, Manconi Francesca, Serpillo Andrea, Iordache Beatrice Mihaela, Fragale Nicolo’ Mariano, Di Fede Edoardo, Basile Ilenia, Sollima Rita Mary Jean, Piergentili Cristiano, Mindrescu Annamaria, Mainero Rocca Marzia, Scaramozzino Lisa, Navarra Carlotta, Cioloca Laura Georgiana, Piccoli Giovanni, Callea Giorgia, Liguori Ilenia, Maio Giulia, Rosati Elio, Tessari Andrea, Bellomo Luca, Santi Giulia, Ghidini Aurora, Tutuianu Bogdan Andrei, Moretti Andrea, Potesta’ Ilaria, Micu Arianna, Cozzi Rachele, Valle Sofia, Vieira Cruz Gianluca, Costantini Leonardo, Cenciarelli Asia, Colangiuli Fabiola, Rossi Matteo, Curcio Giorgia, Orazi Paolo, Spinelli Ismaele, Toporau Andreea Andrada, Vicari Gaia, Antoce Ioana Izabela, Conti Selena, Piergiovanni Maria Cristina, Danciu Roberta, Mombello Martina, Morelli Chiara, Perretta Nicole, Carnevalini Giorgio, Picci Claudio, Paris Chiara, De Carolis Alessandra, Ceccarelli Alessia, Diodati Gaia, Maggiori Valeria, Peci Ilaria, Madonna Maria, Squarcialupi Angelica, Fois Valeria, Rispoli Daniela, Notarangelo Alessia, Balaceanu Andreea Elena, Miriello Caterina, Bianco Martina, Viglione Sabrina, Callari Marta, Pristavu Stefania Alessia, Ziarek Gaia, Calimera Silvia, Rateanu Stefano Alexandru, Cassanelli Alessandro, De Felici Lorenzo, Ceccarelli Alice, Napolitano Samuela, Sciarra Davide, Ferraioli Sara, Campeti Samuel, Pelliccione Andrea, Papagno Serena e Comiza Cecilia Elena.
Ma lasciamo la parola ai ragazzi che hanno partecipato.
La nostra Scuola, ogni anno, premia le migliori valutazioni della scuola, per l’esattezza le migliori 100, ed io sono riuscito ad rientrare in questo gruppo! Quest’anno la gita aveva come meta Caserta. Partiti alle 7 di mattina di sabato, siamo giunti a San Leucio in tempo per essere accolti da simatiche guide. Il viaggio è stato divertente; anche i professori che ci accompagnavano hanno partecipato al nostro clima festoso, ascoltando musica e cantando. Dopo circa tre ore, siamo arrivati alla prima delle nostre mete, San Leucio dove le guide ci hanno accompagnato, iniziando dal giardino che, inizialmente “all’italiana”, è stato poi pragmaticamente reso più utile piantandoci alberi da frutto. Da lì si vedeva il panorama di San Leucio il Vesuvio e molte altre bellissime cose.
La guida ci ha stato spiegato che a San Leucio il re Ferdinando IV aveva fatto delle leggi particolari che valevano solo all’interno del paesino. Queste leggi facevano in modo che a San Leucio tutto funzionasse a perfezione e che ci fosse una società di eguali: nessuno doveva avere vantaggi, tutti quelli che potevano lavorare lavoravano, tutti dovevano versare una piccola somma in denaro per aiutare il prossimo, un malato a curarsi o aiutare i familiari di un defunto, per organizzare un funerale eccetera. Era anche possibile non pagare questa “tassa”, ma chi non contribuiva non poteva poi essere curato e giustificato per l’assenza dal posto di lavoro e, in caso di morte, la famiglia doveva provvedere da sola a pagare e organizzare il funerale. Inoltre la legge vietava anche i matrimoni combinati, ci si sposava solo se ci si amava e aiutava anche le nuove famiglie di sposi offrendo loro una casa della comunità, però gli sposi dovevano lavorare nella seteria.
Inizialmente a San Leucio c’era un palazzo di caccia del re, ma alla morte del primogenito, decise di trasformare quel luogo in un luogo di bene e aggiunse al palazzo, una fabbrica per la produzione della seta.
Abbiamo così imparato come si produce la seta: i bachi da seta i primi 15 giorni della loro vita mangiano gelso per immagazzinare energia, iniziano a fare il bozzolo, poi il baco si trasforma in farfalla e se ne va. Per poter avere la seta il bozzolo viene “cotto” per uccidere il baco, poi immerso in acqua calda per poterlo srotolare, infine si uniscono più fili, si torcono, si tingono e si raccolgono in rocchetti. Questi venivano poi impiegati tessere usando una incredibile macchina la quale, con una sorta di primitivo computer, grazie a cartoncini perforati, riusciva a tessere il disegno decorando la stoffa di seta.
Re Ferdinando aveva sposato Maria Carolina d’Asburgo, la quale non accettava di non avere tutti i lussi che poteva permettersi a corte e per stimolarla a passare qualche giorno a San Laucio, re Ferdinando le regalò … una vasca da bagno! In effetti nel ‘700, eccetto che nella reggia di Caserta ed in pochi altri luoghi, non c’era l’acqua del rubinetto in casa e nemmeno le altre corti europee ne avevano, si trattava di una vera preziosità, senza contare che la vasca da bagno di San Leucio è, in realtà, una vera e propria bellissima piscina con tanto di acqua calda. Per averla si era copiato il metodo utilizzato a Pompei (che in quegli anni si stava scoprendo dopo tanti secoli passati sotto la lava) dagli antichi romani. In pratica la vasca era riscaldata come se fosse una grande pentola sul fuoco. Infine abbiamo visto la stanza da letto, molto bella e con le pareti ricoperte di seta.
Dopo una brevissima merenda, siamo risaliti sull’autobus per andare alla reggia di Caserta.
Appena entrati siamo stati accolti da una guida che ci ha dato delle cuffie per evitare di dover urlare per parlarci e consentirci così di sentire le sue parole senza problemi.
Dopo aver salito un incredibile scalone che è stato set per numerosissimi film, da “Mission impossibile” fino addirittura a “Star wars”, siamo entrati nell’ala aperta al pubblico (una parte della reggia è chiusa perché sede militare). Appena dentro abbiamo visto che prima di raggiungere la sala del trono bisogna superare 5 anticamere, una più bella dell’altra che facevano capire quanto il re era importante. Il posto è bellissimo e grandissimo! Il motivo della sua costruzione discendeva dalla volontà del re di spostare la capitale da Napoli a Caserta, cosa poi mai avvenuta. La reggia fu iniziata intorno al 1752 sotto il progetto dell’olandese Van Vittel, lo stesso che ha realizzato la “Posta vecchia” a Ladispoli! Luigi Vanvitelli iniziò i lavori che durarono quasi cento anni, la costruzione fu seguita, dopo la sua morte, da Carlo, suo figlio. La sala del trono fu proprio l’ultima realizzata nel 1845. A causa del lungo periodo necessario per la costruzione, dentro la reggia si nota che spesso si trovano stili di mobili o decorazioni non solo campani ma anche francesi. Nella reggia c’erano giocattoli per i giovani e libri per la regina. Nella cappella le colonne erano danneggiate a causa di un bombardamento durante la II guerra mondiale.
Terminata la visita alle reggia e mangiato un panino all’inizio del grande ed incredibile parco che, purtroppo, non abbiamo potuto visitare perché si trattava di quasi 5 chilometri di fontane statue e piscine che dalle foto che abbiamo guardato su internet sono una più bella dell’altra, ci siamo recati a visitare le vie del piccolo e delizioso borgo di Casertavecchia che ha un bel duomo dalla strana architettura ed una piazza raccolta che invitava a riposarsi.
Sulla via del ritorno ci siamo fermati di nuovo a San Leucio, per comprare un po’ di dolci tipici, sono buonissimi, in particolare le “sfogliatelle”, che qualcuno ha mangiato lì mentre io ho preferito portarli a casa per mangiarli con la famiglia.
Nonostante si era fatto tardi e eravamo stanchi nessuno si è addormentato sull’autobus. Abbiamo cantato e chiacchierato. È stato divertentissimo, allegro, interessante. Ci ha fatto legare di più con i professori e con i compagni e tutti siamo rimasti contenti di questo fantastico giorno!
Alla fine, stanchi ma felici, siamo tornati a casa e si è conclusa così questa “meravigliosa” avventura!