Riceviamo e pubblichiamo – “Come ormai tradizione, Sua eccellenza il Vescovo della nostra diocesi di Porto – Santa Rufina, Monsignor Gino Reali, è venuto in visita presso la nostra scuola per portare la sua parola ed il suo saluto ai bambini delle classi dell’Infanzia e della Primaria e per incontrare i ragazzi della secondaria, al fine di rispondere alle loro domande. Presenti anche mons. Alberto Mazzola, parroco di Santa Maria del Rosario e Vicario Generale della Diocesi, mons. Giovanni Maria Righetti, parroco del Sacro Cuore di Gesù e il diacono Enzo Crialesi, direttore Migrantes.
Questa volta lo scenario non è stata la Sala Consiliare, ormai poco disponibile per i futuri cittadini di Ladispoli, ma la nostra sala teatro e, per andare incontro alle numerosissime richieste delle classi che avrebbero voluto partecipare, ma non hanno potuto a causa del ristretto spazio a disposizione, abbiamo effettuato una diretta Facebook di tutta la mattinata. In questo modo, anche le classi interessate, ma che non si è potuto ospitare nella stretta sala teatro, hanno potuto seguire l’avvenimento attraverso le smart TV presenti nelle aule. Non è stata la stessa cosa: un conto è avere il contatto “diretto”, altro è guardare passivamente le immagini in TV (cosa purtroppo cui i ragazzi sono ormai abituati) senza poter intervenire o “vivere” l’attività didattica proposta, ma almeno si è potuto assistere all’accoglienza dei bambini più piccoli con le loro poesie, canzoncine e abbracci al nostro gradito ospite, al concerto ed alla conferenza finale.
Non meno emozionante dell’accoglienza festosa e colorata dei più piccolini della Scuola dell’infanzia e primaria, che hanno recitato poesie e cantato canzoncine sotto la guida paziente e fondamentale degli insegnanti, è stato il momento successivo, di grande valore culturale, quando gli ospiti hanno assistito al concerto dei ragazzi che seguono il corso di strumento musicale. I tre fantastici docenti, professori Antonietta Frabotta, Michele Muscolino e Sergio Cozzi, hanno preparato con grande impegno i ragazzi, Cristina Ciufoletti, Rebecca Benfatti, Giulia Lustrino, Gianluca Moglié, Sara Tesini, Sebastiano Dieguez, Martina Perrelli, Viola Di Giovanni, Giulia Giordano e Francesco Di Bartolomeo i quali, come sempre, si sono comportati con estrema professionalità e bravura, eseguendo impeccabilmente brani di Woodward, Scholze, Beethoven, Mendelssohn e Bach.
Le parole di apprezzamento del Vescovo. Gino sono state di chiaro encomio e meraviglia per come la Scuola pubblica sappia offrire ai ragazzi la cultura in modo così piacevole ed accattivante, cosa che si osserva non solo nei risultati, ma soprattutto dai sorrisi che hanno tutti coloro che si incontrano per la Scuola, sia studenti sia docenti.
Dopo un breve coffee break, allestito grazie alla collaborazione delle docenti Anna Maria De Biasio, Luisa Incoronato e Pina Ruggiero, e grazie all’aiuto fondamentale delle mamme delle classi 1M e 3M che hanno contribuito alla preparazione del buffet, con la presenza attiva dei collaboratori scolastici del Plesso e della sig.ra Cristina Ferraro, tutti sempre disponibili ad aiutare la Scuola ed i ragazzi a fare bella figura con tutti gli ospiti ed in tutte le attività, si è giunti al momento più atteso: il confronto fra il Vescovo ed i ragazzi.
In una sala teatro gremita e attenta, il Mons. Reali ha inizialmente parlato del proprio compito istituzionale e poi ascoltato e risposto alle numerose domande.
A chi chiedeva del senso della parola “dialogo”, ha spiegato che significa chiedere, ma anche rispondere o cercare di farlo, comunque mettersi in gioco ed avere il coraggio di esprimere le proprie opinioni, senza chiudersi in se stessi.
A questo discorso si è agganciato per le risposte alle varie domande sui social (argomento che sta particolarmente a cuore ai nostri studenti) affermando che da giovane si è interessato di giornalismo ed ha anche diretto un giornale per molti anni. Ma se un tempo era forse più facile, ora ci sono strumenti molto potenti che, se non usati bene, possono renderci schiavi. Il Vescovo ha così posto l’attenzione sull’uso dei social. Ad esempio se scriviamo su una persona rischiamo, se non siamo attenti, di dare un’immagine distorta di quella persona e danneggiarla. Bisogna fare molta attenzione a ciò che si scrive e a come lo si scrive per salvaguardare la dignità e la vita di ognuno.
Occorre fare attenzione non solo a cosa si scrive, ma anche a quello che si legge per rimanere liberi nel cuore, senza cadere nella tentazione e “abboccare” alle notizie che vengono diffuse, imparando a valutare bene le informazioni che ci giungono. Bisogna quindi essere molto attenti alla comunicazione e saper leggere l’intenzione di chi sta comunicando con noi ed il senso che intende veicolare. Le fake news ci sono sempre state, ma ora la velocità con cui si diffondono per la potenza dei media porta più danno.
Una volta fra i giornalisti c’era la gara ad essere i migliori, a dare le notizie più accurate, ad approfondirne il senso; ora invece le caratteristiche dei media portano a dover scrivere molto velocemente per dare la notizia per primi o fra i primi, senza badare alla sua fondatezza perché non se ne ha il tempo. Quindi, perché ci si meraviglia se poi la notizia si rivela falsa?
Anche fra i politici la comunicazione non è sempre corretta, vogliono apparire lineari e coerenti, ma molto spesso affermano il contrario di ciò che avevano detto in precedenza; basterebbe andare ad ascoltare le vecchie dichiarazioni per rendersi conto che si contraddicono, ma nessuno lo fa, si dimentica presto ed allora sembra che i loro discorsi siano sempre logici e coerenti, mentre spesso sono pieni di ipocrisia e falsità. Per questo è importante imparare a valutare la comunicazione e non fare come i pesci che abboccano all’amo, bisogna darsi tempo per valutare e verificare le notizie che ci giungono e non rilanciarle immediatamente aiutandone la diffusione.
La Scuola ha un ruolo molto importante in questo ambito; la “Melone” in particolare insegna l’uso dei media ed occorre essere grati ai docenti che pongono attenzione a questo tema ed insegnano a difendersi dalle falsità perché sentono che questo è il loro compito e vogliono il bene dei propri studenti. Il Vescovo ha così ringraziato tutti i docenti che, condividendo la valenza formativa, permettono lo svolgimento di iniziative come queste, belle ed utili a rendere ancora più sereno e caldo il clima che si “respira” nell’istituto.
Un altro tema del dialogo è stato come affrontare l’età della adolescenza. L’adolescenza è una età entusiasmante da vivere con fiducia, senza cedere alla tentazione di tagliare i contatti con gli adulti, a cominciare con i genitori, ma facendoci più attenti alle loro parole e al grande bene che ci vogliono. A tutti può accadere di commettere errori, si cresce anche sbagliando, ma non ci si deve arrendere, non bisogna chiudersi in se stessi “autopunendosi”, sarebbe come vivere nel deserto mentre si deve vivere con gli altri. Nessun ragazzo deve pensare di essere “povero”, privo di tutto, invece ciascuno deve riconoscere i doni di Dio che ci circondano: la natura, il sole … le parole della canzone di Modugno, “Meraviglioso”, ce lo spiegano bene. Non possiamo affermare di non aver nulla anzi dobbiamo farci più attenti ai doni che abbiamo, a cominciare dall’amore dei propri genitori che vivono per i propri figli. Forse quell’amore spesso non si avverte, ma c’è sempre ed è profondo. Allora non bisogna abbattersi, ma continuare a cercare di creare rapporti solidi e puliti con gli altri. Non ci si deve mai fermare, e se si cade bisogna sapersi rialzare. Come chi cammina per un sentiero continua il suo percorso senza la pretesa di risolvere subito tutti i problemi, anche noi dobbiamo avere la capacità di proseguire il cammino senza aspettare di superare uno scoglio prima di affrontarne un altro: non serve risolvere subito tutti i problemi, ma cercare di rimanere in piedi e continuare la strada, aperti all’aiuto degli altri. Non è mai vero che il mondo ci è contro, anzi spesso vuole aiutarci, e sarà possibile se viene accettato quell’aiuto che non si riesce a vedere.
“Anche io – ha proseguito il Vescovo – ho avuto un grave incidente e subìto varie operazioni con molto dolore, ma i medici mi hanno sempre consigliato di non fermarmi mai e di mettermi subito al lavoro altrimenti non avrei avuto più la forza di andare avanti: l’importante è non fermarsi e riprendere subito il nostro lavoro.”
Papa Francesco è dalla parte dei giovani, basta digitare su google “il papa e i giovani” per trovare tante belle citazioni da leggere e mettere in pratica per crescere bene. Per il prossimo ottobre 2018 il papa ha indetto un Sinodo sui giovani, sulla loro fede e sulla loro vocazione. Il discorso sulla fede e la vocazione dei giovani non è solo di tipo religioso: è attenzione verso gli altri, è carità, è accoglienza, è capacità dei giovani di assumere responsabilità nel mondo. Ciascuno ha una vocazione, una strada, un progetto e ciascuno deve avere la forza di riconoscerla e andare avanti senza fermarsi difronte alle difficoltà. Ciascuno ha la propria, “io non so suggerirvi nulla” ha proseguito il Vescovo Reali “perché ciascuno è diverso, ma posso dire che occorre sempre dirigersi verso la strada dell’aperura, del rispetto del prossimo e della collaborazione. Occorre imparare ad amare e la strada sarà facile. Qualcuno dice di amare, ma se vuole solo il servizio, allora davvero non ama nessuno. Io dico che Gesù è la via da seguire perché ci ha insegnato l’amore”.
Il vescovo ha proseguito che non bisogna essere severi con chi sbaglia perché dobbiamo ricordarci che ognuno di noi sbaglia. Gesù parla di perdono e noi non possiamo seguire la strada della vendetta, ma quella di offrire sempre la possibilità di riscatto, a tutti la possibilità di riprendersi. Ricordiamo che chi è più severo spesso, quasi sempre ha peccato più degli altri. Perdonare non è debolezza e non dobbiamo dimenticare la parole di Gesù: se perdoniamo saremo perdonati.
A chi ha espresso ammirazione verso chi aiuta i poveri e svolge attività di volontariato, il vescovo ha ricordato che ciascuno di noi può aiutare il prossimo, e che anche a Ladispoli ci sono poveri che chiedono di essere aiutati e ci sono luoghi dove ogni giorno si cerca di rispondere a quella domanda. Ad esempio c’è la mensa della Caritas che prepara 50 o 60 pasti al giorno a persone che altrimenti non mangerebbero. E questi pasti devono essere preparati e consegnati per 365 giorni all’anno; ogni servizio è affidato ai volontari che hanno al primo posto della loro preparazione il più grande amore verso gli altri, e che desiderano coinvolgere tutta intera la città trascinando con la loro testimonianza soprattutto i giovani.
L’incontro si è concluso con il tema dell’amicizia che è certamente un valore fondamentale, e che ha bisogno di essere praticato da tutti facendoci riconoscere dagli altri come amici. Il vescovo ha ricordato che il Vangelo chiede di più: parla di amicizia, ma prima di tutto parla di fraternità, e la cosa è ancora più impegnativa.
Giunti ormai alla conclusione, alcuni ragazzi hanno donato a Mons. Reali i cartelloni realizzati in classe e alcune riflessioni elaborate per l’occasione.
Tra gli applausi ed i saluti calorosi che sembravano non voler più terminare né dare fine ad un incontro così ricco e pieno di spunti preziosi, si è concluso un evento di grande valore formativo che ancora una volta ha interessato ed animato la nostra scuola”.
Riccardo Agresti