La Corrado Melone in visita alla riserva naturale di Macchiatonda • Terzo Binario News

macchiatonda canneRiceviamo e pubblichiamo – Il 29 aprile la nostra classe aveva in programma una nuova, appassionante e divertente attività scolastica. Infatti, per il progetto “Ragazzi del Parco” al quale partecipiamo da novembre con la professoressa di Scienze, dovevamo tornare nella bellissima riserva naturale di Macchiatonda. Questa zona è un’area naturale che viene sorvegliata giorno e notte da dei bravissimi guardiaparco come il dott. Emanuele De Zuliani, che abbiamo conosciuto a scuola quando era venuto per parlarci dell’ornitologia e del bird whatching in generale e che poi ci aveva anche accompagnato alla prima uscita, alla scoperta approfondita dell’avifauna di Macchiatonda, facendoci appassionare nei capanni di osservazione, con i binocoli e un pesante cannocchiale, al suo bel lavoro nei parchi. Questa volta è stata la dottoressa Donatella Mazzarani, un’altra bravissima guardiaparco, a guidarci. Ci ha portato alla scoperta della flora di Macchiatonda, del mare e delle sue caratteristiche.

Siamo partiti da scuola la mattina con una navetta e verso le 8:30 siamo arrivati alla meta. Scesi dal mezzo di trasporto ci siamo catapultati nel punto di raccolta dove abbiamo trovato la nostra guida. Appena partiti verso il sentiero che portava e che porta tutt’ora al mare, ho notato subito la grande varietà di uccelli che si potevano vedere e sentire e anche i colori e i profumi più vivaci della natura: in primavera tutto era cambiato!

La Riserva di Macchiatonda, ha una forma quasi rettangolare ed è limitata per due lati da due zone militari e poi dalla Via Aurelia a nord/ovest e dalla zona a macchia mediterranea a sud/est, verso il mare. Noi percorrevano un sentiero che la divide in due parti perpendicolarmente al mare e che ha i margini spesso delimitati da alberi di eucalipto, una pianta tropicale che assorbe l’acqua e che è stata piantata apposta lungo i bordi per bonificare l’area originariamente paludosa. La guida ci ha spiegato anche che gli eucalipti assorbono e frenano l’acqua piovana che scende verso il mare dai monti della Tolfa, evitando che si allaghi tutto. Abbiamo incontrato molti alberi e arbusti ed erbacee particolari, tutti fioriti e molti che non conoscevo. Alcuni di questi sono: la Borragine, una pianta che nasce spontanea e che ha i fiorellini piccoli e blu; il Finocchio selvatico che è di dimensioni più piccole di quello normale e che naturalmente è commestibile; la Carota selvatica simile a quella che troviamo al supermercato solo più salutare perché nata spontanea, cioè senza l’aiuto di fertilizzanti e pesticidi; l’Aglio selvatico che ha i fiori stranamente di colore rosa; la Bieta selvatica, erbacea commestibile sia cotta che cruda; poi sono a Macchiatonda molto diffusi il Tarassaco, una pianta erbacea che abbiamo anche in aula verde (il giardino della nostra scuola), con foglie simili a quelle della cicoria e fiori a capolino gialli che diventano i cosiddetti “soffioni” per la diffusione più facile dei semi; l’Alloro, un arbusto sempreverde, da cui si ricavano foglie per profumare in cucina i legumi o la carne. Quest’ultima pianta è anche simbolo di forza e di onore, un tempo se ne intrecciavano le foglie per creare ghirlande per ornare il capo degli imperatori e nel giorno della liberazione dell’Italia dal nazismo e dal fascismo, che si festeggia ogni 25 Aprile, son state costruite molte ghirlande e corone di alloro. Abbiamo anche osservato l’Alaterno, pianta non commestibile e che ha i frutti di colore rosso; la bella Ginestra che hai fiori gialli; il Lentisco, il Pungitopo, l’Asparago, il Mirto, una pianta molto diffusa in Sardegna, molto ricercata in cucina e da cui si ricava un ottimo liquore e infine il Ginepro che è una pianta che può essere un efficace rimedio per chi non respira bene o per chi ha il raffreddore; le pratoline, delle piccole margherite che, come i cardi sono delle Composite e sono commestibili, si possono trovare addirittura nelle insalate.

Ad un certo punto la guida si è fermata. Ci ha spiegato che per un tratto del sentiero che, come vi avevo già accennato, conduceva e conduce al mare, dovevamo passare dove c’erano le arnie con api. Ci ha raccomandato allora di restare calmi, di non alzare la voce, di non dar loro alcun fastidio e di passare indifferenti senza avvicinarci troppo a quegli innocui, ma ben organizzati animali. Donatella ci ha brevemente illustrato le api e la loro particolare organizzazione di “insetti sociali”. Infatti, per chi non lo sapesse, le api sono una grande e ampia famiglia e ogni membro ha un ruolo molto importante per il buon andamento della vita di una colonia: non sono come noi, che non facciamo mai niente per aiutare in casa tranne che andare a scuola, e in alcuni casi neanche quello facciamo o lo facciamo male e superficialmente!

Tra i compiti che ogni membro dell’alveare svolge, c’è quello prezioso dell’ape regina, che è per me come la mamma di ogni famiglia e che genera le altre api; quello dei fuchi, che sono le api di sesso maschile, che fecondano l’ape regina e sono simili alla figure paterne; quello delle api operaie, che prendono il polline e senza accorgersene impollinano i fiori da cui sono passate e, sembrano i figli più grandi che sono l’orgoglio dei genitori perché si sono trovati un lavoro e portano a loro volta il cibo in tavola alla propria famiglia; e infine ci sono le api sentinelle che cercano di scacciare qualunque corpo estraneo che per loro è il nemico ed equivalgono forse a certi fratelli maggiori e comprensivi che proteggono le loro sorelle minori dai tantissimi pericoli del mondo. Passate la arnie, abbiamo percorso uno stretto sentiero e finalmente siamo arrivati alla meta: il mare! Lì la guida ci ha dato cinque minuti per raccogliere le meravigliose tracce del mare e ammucchiarle da una parte, perché lei e la professoressa dopo ci avrebbero aiutato a classificarle spiegandoci come si chiamavano e altre curiosità. Abbiamo ripassato, ad esempio, “dal vivo”, le differenze tra i diversi tipi di molluschi: ci sono i Gasteropodi che hanno le conchiglie a spirale, i Bivalvi che hanno 2 valve tipo le vongole e i Cefalopodi, come seppie e polpi. Avevamo anche raccolto diversi tipi di alghe che, abbiamo scoperto, hanno colore diversi a seconda della quantità di luce che passa attraverso l’acqua del mare: ci sono quelle di colore verde, che si possono trovare nelle acque più basse; nelle acque un po’ più profonde ci sono le alghe di colore rosso; mentre nelle acque più profonde si trovano solo le alghe brune. Abbiamo parlato a lungo delle praterie di posidonie; le uniche vere piante marine!!

Donatella ci ha in seguito descritto meglio alcuni tipi di conchiglie raccolte come: la conchiglia a cuore, soprannominata così per la sua forma, l’arca di Noè, l’arca barbuta, la lima spinosa …

Inoltre io e altri miei compagni avevamo trovato delle piccole meduse morte delle dimensioni comprese tra 3 e 5 cm circa che si chiamano Velelle perché hanno la forma di una piccola barca a vela e una loro particolarità è che si lasciano trasportare dal vento.

Terminata l’approfondita classificazione degli abitanti del mare, visto che ci eravamo comportati bene e avanzavano circa 10 minuti abbiamo deciso tutti insieme di giocare a ruba-bandiera sulla spiaggia. Era un gioco differente dal comune ruba-bandiera infatti quando prendevi il foulard, invece di tornare in fila e prendere il punto, dovevi rispondere a un indovinello su un argomento di quelli appena studiati e, se rispondevi giusto, allora veniva assegnato il punto alla tua squadra ma, se rispondevi nel modo errato o non rispondevi entro un tempo stabilito, toccava all’avversario e, se rispondeva giusto lui allora il punto veniva assegnato all’altra squadra. Abbiamo perso 10 a 8, però, a parte questa insignificante sconfitta, mi sono divertita un mondo, perché ho imparato tanta cose nuove, alcune belle, altre strane ed inaspettate.

Questo modo di fare scuola è molto bello

Pubblicato martedì, 12 Maggio 2015 @ 08:04:22     © RIPRODUZIONE RISERVATA