La Corrado Melone in visita al planetario di Roma • Terzo Binario News

image001 (2)Riceviamo e pubblichiamo – Sono un paio di anni che la nostra scuola, la “Corrado Melone”, cerca di contattare il Planetario di Roma per organizzare una visita didattica in quel posto fantastico che era meta tradizionale di approfondimento per tutte le terze medie e che si trova all’EUR, a Roma, ma senza successo: la struttura è ancora chiusa per restauro e non si sa quando riaprirà! Così la nostra professoressa di scienze Simonetta Dollfus e le professoresse Alessandra Marozza e Laura Carboni, hanno pensato sin dallo scorso anno di invitare un astronomo del Planetario direttamente a scuola ed il 24 Marzo finalmente siamo riusciti ad avere un incontro con l’astronomo Stefano Giovanardi, “la voce” del Planetario di Roma, che ha accolto l’invito ed è venuta fino a Ladispoli per un bellissimo incontro con noi. Stefano Giovanardi, da noi ragazze subito definito “l’astronomo dagli occhi di stelle”, è un professore molto bello, esperto e coinvolgente! Ci ha spiegato in modo affascinante un argomento molto importante, che secondo me dovremmo studiare tutti. Ci ha raccontato in modo avvincente e affascinante l’importanza dell’astronomia e di quanto questa disciplina possa riuscire ad emozionare.

Ha iniziato col chiederci di considerare il nostro pianeta mettendoci dal punto di vista di un alieno, e così abbiamo pensato alla Terra come se fosse un puntino in mezzo allo spazio. In questo viaggio immaginario ci ha fatto “approdare“ sul nostro sistema solare, che è “una briciola” in una piccola galassia: la Via Lattea. Guidati dalla sua esperta voce abbiamo “visitato” i pianeti del Sistema Solare, definendone i moti, soprattutto quello specifici della Terra e “osservato con occhi nuovi” il continuo mutare della volta celeste.

La Terra è l’unico pianeta dove si ha certezza di vita. Ad essa è stato dato il nomignolo di ”Pale Blue Dot“ dopo una foto scattata dalla sonda Voyager 1, il 14 febbraio del 1990, dai confini del Sistema solare a circa sei miliardi di km di distanza, su suggerimento dell’astronomo e scrittore Carl Sagan. La Terra infatti appare nella foto come un minuscolo punto di luce blu fluttuante in una vasta area cosmica. Dal diametro di 12750 Km, distante dal Sole circa 150 milioni di chilometri, il nostro pianeta è nato circa 4,5 miliardi di anni fa, ha una temperatura media di 14 gradi centigradi e la sua superficie è composta per il 71% da acqua allo stato liquido, grazie alla buona posizione rispetto al Sole, ragion per cui l’acqua, mediamente, non si ghiaccia né vaporizza.

Il Dott. Giovanardi, portandoci indietro nel tempo, ci ha ricordato che il nostro pianeta anticamente aveva un’aria irrespirabile, mutata nel tempo grazie alla presenza delle piante, datrici di ossigeno, attraverso la fotosintesi clorofilliana. Ci ha informati che il nostro pianeta è l’unico in possesso dell’atmosfera contenente il 21% di ossigeno, il 78% di azoto, e l’1% di altri gas. Purtroppo la composizione della nostra atmosfera si sta alterando per colpa dall’effetto serra che diviene sempre più potente per l’aumento di gas come, fra gli altri, l’anidride carbonica. Tali gas permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera mentre ostacolano il passaggio, verso lo spazio, di parte delle radiazioni infrarosse provenienti dalla superficie della Terra e dalla bassa atmosfera (questo fa sì che in alta montagna faccia freddo, mentre al mare no), il che rende il clima adatto alla nostra vita, ma ora le attività umane stanno alterando la composizione chimica dell’atmosfera e le enormi emissioni di gas serra stanno causando l’aumento incontrollato della temperatura terrestre.
Da questo punto di vista siamo riusciti a capire, forse anche meglio delle lezioni in classe, tutti i moti, le inclinazioni e la fisionomia dei corpi celesti. Innanzitutto la Terra ha una forma di una sfera, non proprio perfetta, e con una superficie irregolare (si chiama “geoide”), anche se nella lontanissima antichità si pensava fosse piatta. Fu però già lo scienziato greco Eratostene a confermare che la Terra era “tonda” e non piatta e addirittura ne misurò il raggio con una precisione impressionante. Infatti aveva notato che nello stesso giorno, diverse città situate distanti fra loro, presentavano ombre diverse: nessuna vicino Assuan e una lunga presso Alessandria d’Egitto. Misurando la distanza fra le due città e la lunghezza delle ombre, riuscì, con un semplice ragionamento, a dire quale fosse il raggio della Terra. In effetti anche al tempo di Colombo solo gli ignoranti pensavano che la Terra fosse piatta, mentre tutti i sapienti erano ben consci che fosse una sfera, ma credevano che fra l’Europa e la Cina ci fosse solo un grande oceano, per questo sconsigliarono il viaggio! La Terra ha quindi questa forma “sferica”, più schiacciata ai poli. Però il suo asse di rotazione è inclinato rispetto al piano di rivoluzione attorno al sole, quindi i raggi solari non arrivano con lo stesso angolo di inclinazione in tutto il globo che cambia mentre la Terra compie il moto di rivoluzione che dura un anno, descrivendo un’orbita ellittica intorno al Sole, che occupa uno dei due fuochi (i due “centri”) di questa ellisse. Questi moti l’astronomo ce li ha analizzati meglio. Per prima cosa, Il moto di rotazione: consiste nella rotazione della Terra su se stessa, e provoca l’alternarsi del dì e della notte. Per fare questa rotazione attorno al suo asse, essa impiega 23h e 56 min, ma nel frattempo si è spostata lungo l’ellisse per cui, per tornare nella stessa posizione rispetto al sole, deve proseguire il suo giro impiegando altri 4’. Non si tratta di un “miracolo” della matematica: semplicemente si è deciso (lo fecero i babilonesi) che il tempo che impiega la Terra a tornare nella stessa posizione rispetto al sole (cosa più facile da verificare grazie alla posizione delle ombre) è di 24 ore, ma in realtà la Terra ha già terminato il suo giro reale 4’ prima. Poi c’è il moto di rivoluzione, che consiste nella rotazione della Terra intorno al Sole e che provoca l’alternarsi delle stagioni grazie all’inclinazione dell’asse terrestre. Se l’asse fosse verticale non ci sarebbero stagioni! La Rivoluzione intorno al Sole dura 365 g 5h 48min. Per semplicità furono i romani a decidere che l’anno dura 365 giorni, ma ogni 4 anni occorre recuperare quelle quasi 6 ore “perse” ogni anno per l’arrotondamento effettuato.

La Terra fa parte del Sistema Solare. Il Sistema Solare è composto dal Sole, l’elemento principale, che è una stella media dotata di luce propria che fornisce calore ed energia, e in diverse orbite ellittiche ruotano intorno ad esso diversi pianeti. I primi 4 pianeti sono rocciosi e sono Mercurio, Venere, Terra e Marte, sul quale stiamo cercando la vita. Più lontani ci sono Giove, Saturno, Urano e Nettuno che sono gassosi, e quindi più leggeri e dotati di anelli.

Il pianeta più vicino al sole, è Mercurio, avente diversi crateri a causa dell’impatto con gli asteroidi. Venere è il gemello della Terra (in questo periodo si vede molto bene la sera). Marte, dopo il nostro, il migliore su cui stare, nonostante l’acqua sia ghiacciata e si sciolga solo nei periodi più caldi.

In mezzo al nostro sistema solare, si trova poi una fascia di asteroidi che, a causa delle loro orbite molto schiacciate, rischiano di urtare con i pianeti. Alcuni sono caduti anche sulla Terra, come quello che in Arizona creò un cratere immenso. Tali eventi causano rovine enormi, ma arricchiscono la Terra di preziosi metalli. L’astronomo ci ha ricordato che quasi sicuramente fu proprio la caduta di meteoriti (che sono praticamente asteroidi molto più piccoli, quasi dei grossi sassoni che vagano nello spazio) che portò all’estinzione dei dinosauri e del 90% delle specie viventi. Il primo asteroide scoperto fu Cerere, il 1° Gennaio 1801, il più grande, dalla forma quasi sferica. Oltre questa fascia di asteroidi, nella parte esterna del Sistema Solare, ci sono enormi pianeti gassosi.

L’astronomo ci ha fatto ragionare sul fatto che la posizione della Terra si può dire sia “perfetta” per garantire la sopravvivenza delle diverse forme di vita, dal punto di vista del clima. Se essa infatti fosse stata troppo vicina al Sole, come Mercurio (o anche Venere), la temperatura sarebbe stata troppo alta e i mari sarebbero evaporati, mentre se fosse stata lontana come Marte o Giove sarebbe stata troppo fredda. Andando più lontano troviamo Urano, che a differenza degli altri pianeti, ruota su un asse quasi orizzontale al piano di rivoluzione. Infine ci ha parlato di Plutone, che però da alcuni anni non è più considerato un pianeta, ma un pianeta nano. Alla sua distanza si trova una fascia di asteroidi chiamata “fascia di Kuiper”. Altri corpi celesti, detti satelliti, ruotano intorno ai pianeti; il nostro è la Luna.

Il Sistema Solare comunque si trova nell’Universo che, a quanto pare, è infinito e “contiene” miliardi di pianeti extra solari che fanno parte di moltissimi altri loro “sistemi”. I diversi corpi celesti, come gli asteroidi, satelliti, pianeti, stelle ed altri corpi strani (come, ad esempio, i “buchi neri”, che inghiottisce tutto, anche la luce, facendo sparire tutto ciò che gli capita intorno e che non riesce a sfuggire) compongono le galassie e riempiono l’intero spazio, ma non in modo uniforme e non totalmente; sembra infatti che ci debba essere altra materia che però non si riesce e scoprire.

Tornando alla Terra, occorre precisare che l’asse terrestre non è sempre parallelo a se stesso, ma ha un ulteriore piccolo e lento movimento che porta ad uno spostamento apparente delle stelle durante i secoli. In base a questo movimento il momento in cui avvengono gli equinozi anticipa pian piano e, dal tempo dei greci, si è spostato già di una intera costellazione! Sapevate, infatti, che in realtà ogni volta dovremmo leggere l’oroscopo del segno zodiacale precedente al nostro … buffo no? Ma non ci dilunghiamo con le illusioni degli oroscopi! Parliamo di scienza: di astronomia e non di astrologia! Il cielo a volte può regalare spettacoli meravigliosi per accendere la nostra fantasia, come le “stelle cadenti” ossia la distruzione di un sasso che, cadendo nell’atmosfera, brucia illuminandosi e dando spettacolo di sé, per non parlare delle “comete”, sassi frammisti a ghiaccio che in vicinanza del sole producono una lunga e luminosa coda. La più famosa è quella di Halley, dipinta anche da Giotto. Ultimamente la cometa più famosa scoperta è stata quella di Gerasimenko. Si diceva che le comete avrebbero portato acqua sulla Terra, ma si sta smentendo tale ipotesi grazie anche alla sonda europea che è atterrata sopra una cometa proprio lo scorso anno.

Intorno alle stelle diverse dal sole orbitano quasi mille pianeti extrasolari, scoperti dal 1992. L’astronomo ha colpito moltissimo la nostra attenzione parlandoci della possibile presenza di un altro pianeta vivibile come la Terra, con oceani e mari. Peccato solo che la distanza tra i corpi celesti sia talmente alta che un possibile messaggio della Terra impiegherebbe anni per arrivare e altrettanti per tornare.

Un momento avvincente ed affascinante ha colpito infine la nostra attenzione facendoci vivere ad occhi aperti la sensazione dell’aurora boreale, un fenomeno fisico provocato dall’arrivo di particelle, per lo più elettroni, provenienti dal Sole e che vengono frenati negli strati più esterni dell’atmosfera dal campo magnetico terrestre. Quest’ultimi si eccitano ed emettono una luce di diverso colore. Un tempo si pensava che quelle luci verdi o rosse fossero i raggi riflessi del sole su enormi iceberg galleggianti nei regni polari oppure lampi ad alta quota. Fu l’astronomo inglese Richard Carrington che spiegò il fenomeno dell’aurora boreale, legato all’attività del sole, il 28 Agosto del 1859. Tale momento è davvero affascinante: al crepuscolo o di notte, lampi di luce verdi danzano nel cielo scuro e cambiano in continuazione assumendo forme fantastiche. A volte, poi, si odono anche dei suoni, dei sibili che fanno da sottofondo all’aurora.

Insomma l’Universo nel quale viviamo è tanto meraviglioso e infinito quanto misterioso! Cosa mai ci potrà essere più lontano dal nostro Sistema Solare, a miliardi di anni luce da qui? Spero di poter incontrare di nuovo quest’astronomo appassionato dagli “occhi di stelle”, che ci ha insegnato tanto e ha risolto molti dubbi che sorgono in noi, sin da bambini.
Sul ricordo di tale esperienza possiamo dire che è stata un incontro molto interessante, poiché, a volte, dimentichiamo di far parte di un Universo colmo di fenomeni e di eventi. Dietro quelle stelle che ci portano a sognare e quel sole che ci dona vita, c’è un mondo ed un movimento che fa parte di noi ed è motivo della nostra vita sulla Terra.

Noi ragazzi ringraziamo l’astronomo Giovanardi per l’ampliamento formativo offertoci e la nostra scuola per averci dato tale opportunità.

Pubblicato venerdì, 10 Aprile 2015 @ 18:46:55     © RIPRODUZIONE RISERVATA