La Corrado Melone allo spettacolo "La sposa bambina" • Terzo Binario News

Il 24 novembre noi alunni di alcune terze della “Corrado Melone” siamo andati ad assistere allo spettacolo teatrale, scritto e diretto da Laura Masielli, “La sposa bambina” al teatro auditorium “Massimo Freccia”, grazie alla disponibilità del Comune di Ladispoli che ha messo a disposizione questo splendido spazio.

A teatro abbiamo proseguito l’attività di sensibilizzazione riguardo al tema della violenza sulle donne, che abbiamo sviluppato a scuola, in relazione alla giornata del 25 Novembre, dedicata proprio a questo perdurante triste fenomeno.

Lo spettacolo tratta il delicato argomento delle “spose bambine”. La vicenda racconta di una famiglia araba emigrata in Italia a causa della guerra. La storia si concentra su Mariam, una bambina di otto anni, che viene promessa in sposa ad un uomo adulto in cambio di soldi. Il padre si è molto indebitato e per pagare i debiti decide di “vendere” la sua unica figlia, dandola in sposa ad un uomo molto ricco.

Per gran parte dello spettacolo, la bambina è posta dietro un telo bianco, in controluce, quasi a non darle un’identità. Mariam parla di libertà con un uccellino, la libertà di vivere, andare a scuola, la libertà di sognare… sognare qualcosa che a sua insaputa, le sarebbe stato negato. La madre, che aveva sposato il marito secondo le stesse tradizioni, cioè venduta dalla famiglia, non vuole che, così piccola la bambina, perda la dignità, la libertà, la parola… non vuole commettere gli errori che sua madre aveva commesso con lei. Cerca, così, di convincere il marito a farle vivere una vita normale e libera come quella delle bambine italiane, ma il marito risponde che è la tradizione e che ha bisogno di soldi per saldare i debiti.
Mentre il padre di Mariam ed il futuro sposo parlano di questo accordo, la bambina, senza volerlo, ha ascoltato tutto… nelle parole di quegli adulti vede sempre di più le schegge dei suoi sogni infranti. Allora scappa, all’insaputa di tutti. Spaventata decide rifugiarsi in un pozzo, quel pozzo di cui ha tanto sentito parlare da sua madre, il pozzo dei desideri. La madre le raccontava sempre che lanciando i sassolini lì dentro, i sogni si sarebbero avverati. Adesso che li vede infranti, la piccola cerca conforto in quel luogo magico che l’ha sempre fatta sperare. Iniziano le ricerche; la mamma la trova e fatica per afferrare la mano di Mariam. Quando riesce ad afferrarla, proprio in quel momento sente avvicinarsi la voce del padre e quella voce le fa salire rabbia e paura, le fa capire che esiste un solo modo per rendere sua figlia libera … e lascia la mano della piccola facendola cadere. Per evitare che sua figlia viva il suo stesso destino di sposa bambina, decide cioè di lasciarla cadere nel pozzo, per lasciarla al sicuro proprio come quando era nel suo ventre materno e quando il marito giunge presso il pozzo, la donna decide di gettarsi, per raggiungere la bambina, ottenendo così la “libertà” nella morte piuttosto che un destino infelice. Madre e figlia saranno così insieme per sempre, lì la madre proteggerà la figlio, lì dove nessuno potrà più farle del male.

La storia, molto toccante, triste e dura, mi ha fatto comprendere quanto siamo fortunati ad avere una famiglia che ci vuole bene. Tragedie come quella dello spettacolo purtroppo sono presenti anche nella vita reale. Raccontare una storia cruda come questa è si rivendicare il diritto di essere bambina ed avere un’infanzia fatta di gioco e spensieratezza, ma anche quella di porre fine a numerose violenze subite da donne, bambine, mogli, fidanzate madri che non riescono a fermare la brutalità dei loro compagni, ex mariti, fidanzati, padri. Di porre fine alla morte di tante donne vittime di uomini gelosi, prepotenti, violenti.

La vita è un bene prezioso e nessuno, ma proprio nessuno ha il diritto di rovinarla o peggio ancora di toglierla. La donna è un bene prezioso. È una persona da rispettare, da considerare, da amare.
Questa rappresentazione ci ha colpito molto… il finale, con il suo simbolismo del pozzo, è tragico. La morte delle due donne è un’incredibile perdita…

La vittoria della libertà è un traguardo importante, per cui vale la pena lottare.

Secondo noi, lo spettacolo lancia due messaggi importanti: la protesta contro la violenza sulle donne e i matrimoni delle bambine e l’importanza della libertà, valore senza il quale non si può vivere in modo autentico. Sulla libertà abbiamo parlato un po’, ci siamo confrontati.

Libertà è avere la possibilità di fare ciò che vogliamo, ma a questa libertà devono esserci dei limiti che sono quelli del rispetto della libertà altrui. Nessuno dovrebbe impedirci di fare ciò che vogliamo ma che non comporti limitazioni al prossimo. La Legge deve servire ad impedire che qualcuno prevarichi qualcun altro facendo in modo che ciascuno possa usufruire della propria libertà. Per questo motivo non è umana una legge o una tradizione che possa obbligare una bambina a lasciare la scuola per sposare un adulto e perdere la sua libertà di capire e vivere il mondo. A questo proposito il preside ha stimolato un sottile dubbio: siamo veramente liberi di fare ciò che vogliamo o ciò che vogliamo ci viene insinuato da qualcun altro? Ad esempio il desiderio di possedere qualcosa deriva dalla nostra necessità o dal fatto che la pubblicità ci sta obbligando a volerlo? Quando voteremo, sapremo cosa e perché lo faremo o saremo mossi da fili invisibili fatti di parole o suggestioni provenienti da altri? Per lui la libertà si ottiene studiando, in modo che potremo usare la nostra testa senza farci influenzare da altri.
Siamo contenti di poter affrontare questi argomenti grazie alla nostra scuola che ci sprona sempre a conoscere la realtà intorno a noi. Vorremmo che tutti gli adulti capissero il valore del rispetto e che impedissero certi atti brutali che limitano la libertà di vivere.
Per concludere: la libertà è essere istruiti ed essere in grado di capire quando non si è veramente LIBERI!

Pubblicato domenica, 11 Dicembre 2016 @ 14:50:31     © RIPRODUZIONE RISERVATA