La legge appena approvata dal parlamento sull’abolizione delle province che prevede la nascita delle aree metropolitane e favorisce l’accorpamento dei comuni si inserisce a pieno titolo nel dibattito aperto qualche mese fa dal sindaco Alessio Pascucci riguardante la possibile riunificazione dei comuni di Cerveteri e Ladispoli attraverso un referendum.
Per il territorio la nascita di questo nuovo ente sarebbe vantaggiosa per almeno tre motivi. Il primo è di natura economica. Al fine di favorire la fusione tra comuni sono previsti infatti contributi statali per l’avvio e il funzionamento ordinario del nuovo ente, ma è soprattutto sul piano dell’erogazione congiunta dei servizi che si creerebbero economie di scala positive tali da migliorare le prestazioni e abbattere molti costi di gestione. Pensiamo in questa prospettiva a settori come il trasporto pubblico locale (che non a caso ha già visto una stipula di una convenzione tra i due comuni per una gestione condivisa), la raccolta dei rifiuti, l’acqua pubblica o i servizi alle persone. Il processo associativo inoltre permetterebbe anche un parziale aggiramento dei vincoli del patto di stabilità e un’ottimizzazione nella gestione del personale.
Il secondo motivo è di ordine politico. Con il comune unico il nostro territorio avrebbe maggiori possibilità di essere ascoltato dagli enti sovracomunali di gestione di servizi di pubblica utilità e dagli altri livelli istituzionali (Regione, Stato, UE) favorendo così la promozione dello sviluppo e la pianificazione di nuove infrastrutture e servizi.
Ma è soprattutto in relazione all’imminente nascita dell’area metropolitana che il nuovo comune ne beneficerebbe politicamente. Con quasi ottantamila residenti il nuovo ente diventerebbe il più grande dopo quello della Capitale rendendo così il nostro territorio un protagonista nelle scelte che riguarderanno il futuro di quella che fino a poco tempo fa chiamavamo la provincia di Roma.
L’area metropolitana trasformerà i connotati delle città del litorale romano e solo un comune di grandi dimensioni potrà confrontarsi alla pari con Fiumicino e Civitavecchia senza aver timore di essere semplice spettatore di progetti e investimenti economici come troppo spesso è successo in passato.
Infine esiste anche una motivazione storica. Ladispoli e Cerveteri sono da tempo già di fatto un’unica macrocittà a causa della rivoluzione demografica che le ha investite negli ultimi trenta anni e che le ha portate ad essere molto più simili e compenetrate rispetto a qualche decennio fa. Oggi Ladispoli non è più soltanto una cittadina balneare a vocazione turistica e Cerveteri non è più solo un centro agricolo con una grande storia alle spalle, ma entrambe sono vere e proprie realtà urbane con la stessa conformazione sociale e con gli stessi problemi da affrontare. Il comune unico certificherebbe solamente un processo storico già consolidato.
Ma al di là di questi importanti fattori l’iniziativa referendaria innescherebbe in maniera inevitabile anche un naturale processo di partecipazione politica e di riposizionamento identitario perché rimetterebbe sul tavolo questioni e valori fondamentali da inquadrare in una prospettiva nuova. In altre parole i cittadini si troverebbero nella condizione di scegliere non solo per il comune unico ma dovrebbero anche immaginare come potrà essere questo territorio nei prossimi anni a livello di politiche sociali, ambientali, turistiche e così via. La cittadinanza potrebbe quindi accompagnare il processo di riunificazione con proprie idee e proposte ponendo le fondamenta per la città che verrà.
In quest’ottica il comune unico acquista così un significato speciale, un’opportunità imperdibile per rifondare questo territorio nel profondo, nella scelta delle vere priorità da mettere in agenda e nella formulazione di una nuova identità collettiva. E questo processo avrà tanto più valore e forza quanto più sarà accompagnato dalla partecipazione attiva della cittadinanza che avrà la storica occasione per interrogarsi e prender parte alla creazione di un’idea di futuro condivisa.
