I seniores del calcio in campo, i ragazzi no: i commenti dalle società di Civitavecchia • Terzo Binario News

Leopardo della San Pio: “I bimbi si stanno rincoglionendo davanti ai videogame” e Perticarà della Poseidon: “Non ci si raccapezza fra le distinzioni”

Il calcio dilettantistico non si ferma del tutto ma chissà che sia meglio così o no. Perché a paralizzarsi è l’attività giovanile, una delle fonti principali di sostentamento dei sodalizi.

Facendo un giro d’orizzonte nelle società locali, quelle bloccate alla prima lettura del nuovo Dpcm sembrava fossero quelle dall’Eccellenza in giù. Poi, con il passare delle ore la situazione si è chiarita: stop sì, ma solo all’attività di base.

I campionati regionali si continuano a disputare. Ma Prima e Seconda Categoria sono regionali? Nel Lazio sì, quindi giocano, in altre regioni no. Insomma, un caos che ha fatto intasare il centralino del Comitato Regionale della Lega Nazionale Dilettanti.

Cosa pensano le squadre locali del nuovo decreto? «Qui alla San Pio X – spiega il direttore generale Enrico Leopardo – abbiamo mascherine per tutti gli atleti e termometro, attenendoci scrupolosamente ai protocolli. Tuttavia resta difficile rispettare le regole se queste vengono cambiate quasi quotidianamente».

Poi un’osservazione tutt’altro che peregrina: «Almeno concedessero di far allenare i bimbi che si stanno rincoglionendo davanti ai videogame. Sono incatenati anche al banco di scuola, dove non si alzano neanche per la ricreazione. A loro questa situazione sta pesando e parecchio». In casa rossoblù ci si sta arrangiando con le spese che però incombono, così come le bollette: «Si procede a una sanificazione continua degli spogliatoi. Sono uscite che non possono essere compensate se i ragazzi del settore giovanile non vengono al campo. Chi è piccolo come noi soffre da morire: le iscrizioni ai campionati sono state tutte pagate anche se non si dovesse più giocare e questo aspetto pesa. Per non parlare dello stop al calcetto amatoriale, la nostra altra fonte di sostentamento senza la quale è impossibile far fronte a tutto. Per giunta, si misura la febbre agli amatori che giocano fra amici, teniamo i registri con le presenze e per tutta risposta nessuno ci aiuta. Gli sponsor? Non ce ne sono perché loro stessi sono in difficoltà» conclude Leopardo.
In casa Poseidon (Prima Categoria) ad attanagliare la dirigenza sono gli interrogativi: «Intanto ci si dica se gli allenamenti sono di squadra o individuali – chiede il direttore sportivo Emiliano Perticarà – e non ci si raccapezza fra le distinzioni. Abbiamo fatto le mascherine personalizzate di società per far rispettare il protocollo ai ragazzi ma regnano confusione e difficoltà nel procedere con comportamenti corretti. Il fermo del settore giovanile è un disastro perché alcune famiglie hanno già pagato le quote».

Pubblicato martedì, 20 Ottobre 2020 @ 19:17:50     © RIPRODUZIONE RISERVATA