Nel corso di questi ultimi anni, gli studenti della “Corrado Melone” si sono recati svariate volte in visita presso gli studi Rai, ospiti di Geo & Geo, Rai Gulp, di Isoradio e di altre fortunate trasmissioni dedicate ai ragazzi.
È sempre una bella occasione, anche per noi docenti, guidare gli alunni in questa esperienza che, oltre a far conoscere loro il mondo della comunicazione televisiva e della informazione in particolare, è utile per entrare in contatto con alcune professionalità che potrebbero in futuro essere fonte di stimolo per i ragazzi e, allo stesso tempo, per sviluppare in loro la sicurezza di parlare in pubblico o davanti ad un microfono o a una telecamera.
Grazie al progetto “Porte aperte”, quindi, siamo tornati alcuni giorni fa presso la cittadella dell’informazione a Saxa Rubra, oltre che per affrontare il tema specifico della sicurezza stradale, di cui Isoradio (un servizio di pubblica utilità) si occupa (e di cui anche a scuola abbiamo trattato), soprattutto per parlare di un evento molto particolare, direi quasi insolito, almeno per una scuola statale… mi riferisco al momento di preghiera interreligiosa, accolto subito con entusiasmo dal Preside Agresti ed organizzato insieme al Diacono Enzo Crialesi e alla collaborazione preziosa di docenti e genitori.
Ai microfoni di Isoradio i ragazzi hanno così raccontato l’esperienza del 10 maggio scorso quando, nel campetto di calcio della Scuola, decorato dai colori delle bandiere di tante nazioni, insieme a rappresentanti di tante comunità religiose e ad atei, abbiamo pregato, ciascuno a proprio modo e tutti con un unico intento, affinché la pace prevalga sulle guerre. Perché la pace si può mantenere anche pregando, in modo pacifico, insieme a chi professa una religione diversa dalla nostra: c’è chi ha pregato cantando, chi lo ha fatto recitando una poesia, chi esprimendo le proprie riflessioni. Ognuno a modo suo e in modo del tutto speciale ma, ciò che ha colpito tutti noi, in maniera davvero sentita. E liberatorio, sul finire della manifestazione, è stato vedere tanti palloncini colorati salire in cielo per portare in alto le parole di fratellanza, amicizia e pace scritte dai ragazzi!
Al conduttore che ha chiesto come sia possibile che una Scuola pubblica e laica possa permettere di pregare in orario curricolare, il Dirigente Scolastico ha risposto che è sufficiente, se è intelligente, spiegare che la cultura è additiva e non sottrattiva. “Sarebbe da sciocchi – ha affermato Agresti – pensare che si possa insegnare la convivenza, nascondendo aspetti fondamentali della cultura umana, come la spiritualità. Laicità significa non avere strutture di pensiero vincolanti prefissate che possano vietare di conoscere qualcosa; anzi, laicità è avere l’opportunità di conoscere sempre meglio e sempre maggiormente”.
Come docente ed educatrice, ritengo che sia fondamentale riconoscere, rispettare ed apprezzare l’altro, di qualsiasi origine, religione, nazionalità egli sia, qualunque colore della pelle egli abbia. Se i nostri alunni, bambini e ragazzi, hanno le proprie simpatie o antipatie, come è naturale che sia, se sorridono, se provano emozioni, se rispettano le regole o se si comportano in maniera sbagliata, fra le questioni in gioco non c’è né la nazionalità dei loro genitori, né il paese d’origine, né il colore della pelle o dei capelli o degli occhi, né la religione…
Il Preside ha sottolineato che chi è intollerante o chi fa battute o racconta barzellette a sfondo xenofobo, sono solamente gli adulti, non i ragazzi; i problemi d’integrazione sono spesso di quegli adulti che non riescono a riconoscere che i propri figli non sono più italiani, francesi, spagnoli, romeni, tedeschi o olandesi, ma sono tutti europei e cittadini del mondo. “I veri nemici sono coloro i quali, dello stesso nostro colore della pelle e magari vicini di casa, predicano la superiorità di qualcuno su altri, giocando sulla pelle di tutti e basandosi sull’ignoranza di chi, ad esempio, disegnando svastiche, non sa che per i nazisti 1 tedesco valeva 10 italiani”.
In conclusione, nessuno di noi, nessuno dei nostri ragazzi ha mai conosciuto la guerra che hanno, invece, dolorosamente conosciuto i nostri nonni… Se per oltre cinquanta anni i conflitti sono stati tenuti lontanidal nostro Paese, lo dobbiamo a chi, con lungimiranza, ha capito che solo eliminando i luoghi comuni, la discriminazione, le barriere e i confini si può realizzare la pace.
Ecco,dunque, la valenza della nostra iniziativa di educazione alla convivenza civile, portata avanti grazie al momento di preghiera interreligiosa che si affianca a tante altre attività didattiche basate sul rispetto, sull’accoglienza, sull’uguaglianza, sulla solidarietà, sulla condivisione, sull’apertura verso l’altro e sulla conoscenza degli eventi storici di un passato non troppo lontano… per abbattere i muri della divisione e dell’intolleranza e costruire consapevolezza e senso di responsabilità. Certo… il cammino da percorrere è ancora lungo e, a tratti, anche in salita, non lo ignoriamo, ma l’entusiasmo che incontriamo e leggiamo negli occhi dei nostri allievi ci fa ben sperare!
Prof.ssa Stefania Pascucci
Il bello della diretta… radiofonica! La Melone a Isoradio