I giovani che piacciono agli adulti • Terzo Binario News

I giovani che piacciono agli adulti

Set 19, 2014 | Blog, Santo Fabiano

santo-blog-pagCi sono adulti che amano i giovani. E li vogliono al loro esclusivo servizio. Ne apprezzano le energie, infatti li sfruttano, e vogliono che attendano, prima di crescere e che si prendano tutto il tempo necessario per fare esperienza. Così, nell’attesa, questi adulti, riservano per sé stessi incarichi, cariche e ogni altra attività, soprattutto se remunerativa.

Magari si consumano in discorsi appassionati e manifestano preocupazione per la crisi occupazionale e per il futuro delle nuove generazioni. Ma poi, quando si tratta di assegnare un incarico, preferiscono un loro vecchio amico, meglio se rincoglionito e accondiscendente, così non corrono il rischio di essere contraddetti o di doversi innovare e non trovano alcun ostacolo alla loro brama di potere.

Poi ci sono gli altri adulti, quelli che pensano che i giovani sono una risorsa: sono freschi, allegri e hanno energia. Quindi, bisogna lasciarli sfogare e giocare e fare in modo che organizzino feste e divertimenti, karaoke e balli di piazza. E le organizzano così bene che non si capisce perché altri giovani, vogliono fare politica e intromettersi sui temi del territorio, degli appalti, del sociale, della legalità. Ma che bisogno c’è? Per quello ci sono giá gli adulti, che sono tanti. E piú avanti sono negli anni e piú sono esperti. Lasciate fare a loro.

Sono molti gli adulti che la pensano cosí e che pensano che avvertono una sorta di “superiorità gerarchica” nei confronti dei più giovani, anche se questi hanno studiato, conoscono le lingue o l’informatica. Se conoscono le lingue, li mettono a tradurre; se conoscono l’informatica, a gestire i profili su facebook. Progettare no! Dare spazio alla fantasia e alla creatività, nemmeno.

 

Ma ciò che è grave è che ci sono molti i giovani, soprattutto quelli piú impreparati, che non avendo un ruolo sociale o un progetto di vita, né una cultura su cui investire, bussano al “mondo della politica”, cercando una scorciatoia sociale e vi si accomodano accontentandosi di qualunque ruolo, pur di farne parte, anche quello degli “aspiranti porta borse in prova”.

Attaccano i manifesti, aprono e chiudono le sedi, fanno gli applausi quando parla uno di loro, fanno numero nelle manifestazioni e aggrediscono, a comando, i nemici del partito, anche se propongono temi civili e di sviluppo sociale. Perché pensano che la fedeltà al clan, prima o poi ripagherà. Ma a quale prezzo?

La mia generazione é quella che è scesa in piazza per ribellarsi contro lo strapotere degli adulti dell’epoca. E per questo ha rischiato, si è scontrata, è stata accusata di essere sovversiva. Però siamo riusciti nel nostro intento: abbiamo spazzato via i vecchi e ci siamo piazzati stabilmente in ogni posto! Cosi stabilmente che … Stiamo ancora qui.

E riteniamo una minaccia le stesse richieste giovanili di partecipazione che facevamo quando eravamo come loro.

E siccome la protesta giovanile l’abbiamo inventata noi, sappiamo anche come neutralizzarla. E lo facciamo bene per difendere con ingordigia ogni piccola o grande posizione acquisita.

Noi siamo ingordi e reazionari, però, riconosciamolo, non troviamo così tanti giovani agguerriti: sono troppi i giovani che preferiscono sottomettersi piuttosto che lottare; preferiscono “fare politica” piuttosto che lavorare; fare gli indifferenti piuttosto che impegnarsi per un mondo migliore.

Li vedi imitare i “grandi” (solo di età, non di statura morale): vivono di tattiche e strategie, si muovono solo per interesse, partecipano alla politica come se fossero allo stadio e sono rigorosamente al servizio degli adulti… quelli peggiori che si servono di loro come servi stupidi.