Gli attentati di Parigi visti con gli occhi dei ragazzi • Terzo Binario News

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Riceviamo e pubblichiamo dal Preside Riccardo Agresti-  Cambiare la nostra vita significa darla vinta a quei bestemmiatori assassini che insultano l’Islam e vorrebbero che fossimo tristi come loro ed i loro imbecilli emulatori dalla testa vuota che si credono eroi sparando a giovani inermi ed inconsapevoli. Loro vorrebbero che restassimo chiusi in casa e non uscissimo più per vedere una partita o ascoltare il Papa a piazza San Pietro o andare ad un concerto o semplicemente prendere un caffè al bar. Ebbene questi poveracci, che hanno in testa pochi neuroni mal funzionanti, non mi fanno paura, anzi non ci fanno paura perché noi siamo più forti e, al contrario di loro, siamo liberi!

A scuola le nostre attività non subiranno alcuna variazione. Certamente le misure di sicurezza saranno aumentate e tollereremo meno ingressi a scuola di adulti non immediatamente riconosciuti, ma andremo comunque a teatro o allo stadio a divertirci alla faccia di questi disgustosi criminali che vogliono imporci il loro modo di vivere tenendoci chiusi in casa lontani dalla vita, dalla gioia e dalla cultura.

Alcuni genitori (pochi per la verità) hanno dichiarato che non manderanno i loro figli a Roma per le uscite didattiche programmate cui avevano già dato il proprio consenso. Non giudico quelle persone che hanno deciso di “abbandonare” Roma, una città di cui dobbiamo andare fieri e che non può essere lasciata sola proprio da noi che la amiamo. Sappiamo quanto valore diano alcuni italiani alla parola data ed invito a leggere cosa il Manzoni metteva in bocca a don Abbondio. Si tratta di persone che non hanno fiducia nella protezione delle forse dell’ordine e nel loro lavoro di protezione.

Qualcuno ha anche sollevato il problema del “parlare in classe” della strage di Parigi. Fornire ai ragazzi informazioni sulla nostra realtà, che presto diverrà storia, è un compito fondamentale della Scuola dello Stato e deve esserlo senza limitazioni. Se infatti ci fossero delle limitazioni, dove andrebbero poste? Quale sarebbe il limite oltre il quale la Scuola non dovrebbe inoltrarsi? Si potrebbe parlare dell’assassinio di Cesare, dell’omicidio di Remo, della crocifissione di Cristo, dell’orrore della Shoa? Compito dei genitori è educare, mentre la scuola deve istruire ed informare, quindi se la Scuola non può inserirci nelle modalità di educazione messe in atto dai genitori (e purtroppo ne vediamo i risultati giornalmente), nessuno dovrebbe inserirsi nel campo di competenza dei docenti e fra queste c’è anche “spiegareil terrorismo” (cioè la realtà quotidiana e storica), la sessualità (altrimenti dovremmo cancellare buona parte del programma di scienze), la religione (che cosa ci sarebbero a fare i docenti di IRC?), la paura (non è che a scuola si festeggi Halloween perché le maestre abbiano dei rigurgiti satanisti!).

Ecco allora alcune riflessioni dei ragazzi di una classe a caso: la 1E dell’Istituto Comprensivo “Corrado Melone” di Ladispoli; sono state scritte dopo il minuto di silenzio vissuto, da tutta la scuola, con grande intensità e commozione per le vittime; scrivere è stato un modo come un altro per esprimere emozioni diverse, a volte contrastanti, ma sempre molto profonde.

Ciò che è successo in Francia è veramente assurdo, come ciò che c’è nel cuore delle persone. Però noi possiamo cercare di aiutarli e soprattutto evitare la terza guerra mondiale. Io penso che nessuno, specialmente le più innocenti, meriti questa sorte. Secondo me gli attentati erano da evitare perché,quei terroristi, non avevano un vero motivo per uccidere se anche ne esita mai uno. Queste persone vanno aiutate e bisogna pregare per loro perché guariscano dalla pazzia e dalla voglia di fare stragi, usando la loro religione. Tra i morti ci sono anche persone impegnate,come Valeria Solesin che ha lavorato in ospedali in luoghi poverissimi e con il suo operato ha salvato la vita di molte persone. Io credo che le vittime riposeranno in pace e saranno felici in paradiso, ognuna con il proprio Dio, indipendentemente dalla propria religione.

Gianluca Mogliè


La guerra è spietata e l’Isis non è da meno e non lascia scampo. Questi uomini dicono di rispettare ciò che dice il dio Allah,  ma questo non è vero; Dio possiamo chiamarlo in molti modi ma è uno solo. Il Corano non dice di sottomettere e incutere paura ad altri popoli oppure di sottomettere la donna anzi, tutto il contrario. Loro vogliono solo il potere e, per averlo, usano la scusa della religione per giustiziare uomini e donne senza pietà! Noi abbiamo molta paura; ma non dovremmo averne, perché, avendo paura, noi stiamo facendo il loro gioco cioè quello di non farci più vivere.

Andrea Sepe

Nel mondo ci sono molte persone “diverse”, ma secondo me nessuno al mondo è “cattivo”. Nessuna religione al mondo dice “tu uccidi in mio nome” o “il mio Dio è migliore” (che poi è anche il nostro), ma ogni persona, sulla Terra, ha diritto a professare liberamente la propria religione. Non bisogna fare differenze su nessuno, tutti siamo uguali. È sbagliato pensare che il Corano dica cose assurde perché, secondo noi, alcune cose sono assurde, ma se ci pensiamo bene anche secondo loro, alcune delle nostre cose, sono assurde e inaccettabili. Cosa accadrà in seguito? Questo non lo sappiamo, ma dobbiamo, comunque, continuare a goderci la vita perché, quando arriverà la nostra fine non potremo far niente per impedirlo. Non bisogna angosciarci per questo e sbrigarci a fare tutto quello che vorremmo fare; è sbagliato! Continuiamo a vivere la vita di sempre, non cambiamola per la paura o per colpa di qualcun altro, perché ognuno di noi è perfetto e fatto per vivere così.

Rebecca Poggi

Venerdì c’è stato un attacco terroristico in Francia da parte dell’Isis. Io, la sera, stavo dormendo; la mattina dopo,mamma e papà, mi hanno dato la notizia e mi si è spezzato il cuore; pensavo, speravo fosse un sogno, ma purtroppo non lo era. Oggi,a scuola, abbiamo fatto un minuto di silenzio; ho pregato per le vittime di questa strage,per i feriti ma, in particolare, per quella ragazza veneziana di nome Valeria Solesin che stava in Francia da qualche anno per studiare e lavorare. Ho pregato affinché l’Isis la smetta di fare attentati in tutto il mondo. Qualche volta mi viene da pensare “E se fossi stata una mamma o un papà delle vittime?”. Sarei morta dal dolore . Mamma dice che purtroppo è successo , che bisogna intervenire per porre fine a questi orrori; è doloroso ma comunque si continua a vivere . Oggi qui in classe vedo, sento un’aria diversa da tutti i giorni, c’è tristezza, dolore e dispiacere. Je suis Paris.

Alessia Augello

Per tutte le persone che sono morte, l’Isis sarà fermato. Mi dispiace tanto che siano morte tantissime persone. Adesso ne parlano tutti sui telegiornali, sui quotidiani, eccetera.L’Isis ha conquistato tanti Paesi e ucciso tantissime persone. Ma un giorno smetterà di spaventare la gente perché il bene è più forte del male e vincerà sempre.

Anton Korockin

Venerdì 13 novembre 2015 l’ISIS ha fatto un attentato in Francia, a Parigi. Sparando a caso hanno ucciso circa 150 persone. Hanno attaccato uno stadio,un ristorante,un concerto e un teatro. La notizia è arrivata tramite la televisione. La mattina dopo, quando mia madre me l’ha detto, sono rimasta scioccata e dopo ho pianto. Il giorno dopo ancora,cioè il giorno del mio compleanno, volevo essere felice, ma quella cosa mi ha rovinato la giornata. E prima di andare a letto ho pregato per tutte le vittime, ma in particolar modo per Valeria Solesin, una studentessa italiana, andata in Francia con il suo fidanzato e i suoi amici solo per lavorare e divertirsi. In alcuni blog o siti dove si postano foto, immagini ecc. c’erano scritte che condivido molto: Je suis Paris.
Io, sinceramente, ora ho ancora paura perché ho sentito che arriveranno qui. Solo in quel momento ho pensato“ io non voglio solo pregare per Parigi ma voglio anche vendetta per Parigi!” Ora vivrò sempre con questa ansia.

Glenda Bernardini

Pubblicato martedì, 24 Novembre 2015 @ 07:07:57     © RIPRODUZIONE RISERVATA