Giornata Internazionale contro il femminicidio, Corrado Melone: il nostro “NO” alla violenza • Terzo Binario News

15193629_1270726179655028_8566773676463477818_n-960x960Chi è quella bestia, senza offesa per gli altri animali, che usa violenza in generale e sulle donne in particolare? Chi è quella bestia che usa insultare, umiliare o picchiare una donna? Poiché sappiamo che la violenza è l’ultima spiaggia di chi non ha forza interiore, non è sicuro di sé, non sa parlare e non sa convincere, è un incapace che usa le mani o le armi perché non possiede un cervello, in definitiva non è un uomo, anzi, non è nemmeno una bestia.

Riccardo Agresti

A Ladispoli scendono in piazza i ragazzi del liceo “Sandro Pertini”, promotore dell’iniziativa, e dell’istituto comprensivo “Corrado Melone” per urlare a gran voce BASTA!!! Basta a tutte queste numerose violenze subite da donne, che non riescono a fermare, a contenere la brutalità dei loro compagni. Bisogna, ed è doveroso, porre fine alla morte di tante donne, vittime di uomini gelosi, prepotenti e violenti.

La manifestazione è iniziata con un corteo che dalla stazione è sceso per viale Italia raggiungendo infine piazza Rossellini.

Un corteo di tanti ragazzi, professori, genitori, in rosso, colore simbolo della giornata, che alzavano al cielo i tanti cartelloni per dire il loro BASTA! Ad ogni incrocio il corteo si fermava ed i ragazzi del liceo hanno dato voce alle statue viventi che urlavano il loro dissenso. Giunti in piazza e formato un grande cerchio, abbiamo dato vita alle tante esibizioni da noi preparate sull’argomento. Letture commoventi, musica, slogan e canti.

dsc_0346-1024x681Noi ragazzi della III M, ci siamo esibiti in una piccola performance. Mai come questa volta, nel recitare la mia parte, ho provato tanto trasporto, al punto di avere sentito paura dentro di me, immaginando il terrore delle povere donne che subiscono violenze.

Una manifestazione, questa, che non deve rimanere come una giornata fine a se stessa, ma che deve sensibilizzare gli animi delle persone, tutte quante. Bambini, ragazzi, adulti dobbiamo prendere atto, capire la gravità e insieme abbattere il muro dell’ignoranza e costruire l’abbraccio del dialogo. BASTA! La vita è un bene prezioso e tutti hanno il diritto a viverla.

Alessia Marini 3M

Venerdì 25 Novembre, noi studenti della “Corrado Melone”, assieme ai ragazzi del Liceo Scientifico “S. Pertini”, partendo dalla stazione e seguendo un corteo lungo il viale principale della nostra città, siamo arrivati in piazza per prendere parte ad una iniziativa promossa dal Liceo, in occasione della “Giornata internazionale sulla violenza contro le donne”. 

Attraverso la partecipazione a questa manifestazione, abbiamo cercato di far arrivare questo messaggio a tutti quegli uomini che, ad oggi, si sono resi responsabili di simili violenze e soprattutto a coloro che avessero intenzioni di continuare ad usare un “sistema violento” per punire una donna che “non risponde più ai propri voleri”.

Per questo, abbiamo “recitato” con forza, urlando con tutti i nostri sentimenti più profondi un “basta alla violenza sulle donne” e, contestualmente, chiedendo ai nostri governanti delle politiche più efficaci a prevenire prima e contrastare poi le diseguaglianze ancora esistenti fra l’uomo e la donna.

dsc_0331-1024x681Abbiamo voluto lanciare anche un “grido di speranza, di forza e fiducia” verso tutte quelle donne che hanno subito violenze, ma soprattutto nei confronti di coloro che subiscono e non trovano la forza di manifestare o denunciare il loro stato di solitudine e sofferenza silenziosa.

Oggi, la cosa che preoccupa di più e che ha bisogno di essere urlata e sostenuta in ogni luogo e circostanza, “è l’omertà del silenzio” che, secondo me, rappresenta lo scoglio maggiore da superare da parte di tutte quelle donne che subiscono le violenze in nome di “un amore malato”. Questa manifestazione mi ha toccato particolarmente in quanto sono anch’io ragazza e donna e spero che questi messaggi riescano a “raggiungere e scuotere” la sensibilità di tutti e in particolare di tutte quelle donne che non hanno ancora trovato il coraggio di ribellarsi e denunciare i loro “aguzzini”.

Siamo convinti che il dialogo e l’unione di ragazze e ragazzi, di uomini e donne in questa “battaglia” siano importanti!

Giulia Battista 3M

Il 25 novembre 2016, nella mia città, si è svolta una manifestazione contro il femminicidio promossa dal Liceo “Sandro Pertini” a cui abbiamo preso parte anche noi della “Corrado Melone”. La mia classe in questi giorni è stata molto sensibilizzata su questo argomento. Discussioni, riflessioni, ricerche di approfondimento, invenzione di slogan da riportare sui cartelloni. Il 24 Novembre abbiamo assistito ad un’opera teatrale scritta e diretta da Laura Masielli, “La Sposa Bambina”, che racconta l’atrocità del considerare qualcuno un oggetto in possesso di qualcun altro.

Il 25 Novembre si è snodato per il viale un grande corteo di giovani e adulti, uomini e donne tutti con l’obiettivo di urlare BASTA a questo schifo! BASTA alle violenze contro le donne.

Avevamo preparato dei cartelloni con frasi simbolo.

Per fortuna questa giornata mi ha fatto vedere che eravamo in tanti a lottare ed allora, secondo me, dobbiamo rimanere uniti perché ritengo che sia vergognoso assistere a certi delitti. Io seguo molto la cronaca e purtroppo mi sto rendendo conto che le vittime spesso sono mogli, figlie e comunque Donne. Perché? Durante il corteo ci siamo spesso fermati gridando contro questa situazione e poi giunti in piazza ogni gruppo scolastico ha manifestato in un proprio modo. Io ho letto un testo scritto da una mia compagna: Andrada Toporau, molto bello cui io ho provato a dare una reale interpretazione e devo dire che l’emozione che ho provato è stata quella della rabbia. Rabbia per tutti coloro che offendono e tolgono la libertà alla donna, libertà che a volte, come racconta il dramma “La sposa Bambina”, si raggiunge solo con la morte… Perché? Quanti perché! Alcuni miei compagni hanno messo in scena una performance. Christian, che per me è un caro compagno, ma anche un grande amico, ha interpretato la parte di un uomo violento e crudele (episodio tratto dal romanzo “Mille splendidi soli”)… quell’uomo davvero sono riuscito a detestarlo… Tutti i miei compagni che hanno preso parte alla piccola messa in scena si sono calati nella parte e sentita dentro… perché è vera, purtroppo. Abbiamo sentito le parti assegnate grazie al lavoro delle nostre professoresse, principalmente le insegnanti Pascucci e Iannotta che, quali docenti di lettere, ci hanno fatto studiare questa realtà e hanno “montato” varie storie a comporre un dramma terribilmente ben costruito.

Una giornata intensa che non si è conclusa in piazza ma, per alcuni di noi, è proseguita la sera in aula consiliare dove ad attenderci c’era la “Rete delle donne in cerchio” con la presenza della psicologa dello sportello attivato per coloro che hanno necessità di essere aiutati a seguito di violenze subite. Erano presenti il Sindaco, il dottor Crescenzo Paliotta, e l’Assessore alla cultura, la dottoressa Francesca Di Girolamo, il Comandante della stazione dei Carabinieri, Maresciallo Izzo. Per noi è stato molto emozionante intanto perché ci hanno fatto sedere tra loro rendendoci importanti e poi perché quasi tutta la serata hanno parlato mettendo noi al centro dell’attenzione in quanto la nostra presenza l’hanno vista come un segno positivo, mai avvenuto negli anni passati. Durante la serata abbiamo affrontato la tematica del “femminicidio” anche attraverso la visione di alcuni video: “Dalle uno schiaffo”, “Piccole cose di valore non quantificabile”, “Come una ragazza”. Tutto purtroppo molto triste; un tema duro, drammatico, anche se spesso affrontato con leggerezza e ironia. A me è piaciuto molto “Piccole cose di valore non quantificabile” perché ha messo in evidenza lo sguardo della donna ferita ed in quello sguardo si leggeva tutto ciò che le parole non riuscivano a dire; lei, di fronte il Maresciallo dei Carabinieri pur non riuscendo ad esprimere nulla, è riuscita a farsi capire. Sarà perché ci sono uomini diversi che capiscono al volo le donne, oppure sarà perché purtroppo la sua enorme esperienza, che troppe volte tristemente ha vissuto per il suo lavoro, lo ha portato a capire.

Insomma un po’ di stanchezza alla fine non nascondo di averla avuta, ma sono contento dell’esperienza che ho vissuto, mi ha aiutato a meditare tanto e continuo a pensare: “Come può essere?” Io ho una mamma, una sorella, tante amiche e nella donna vedo qualcosa di fragile e forte, grande e piccolo, dolce e amaro, vedo un mondo speciale di cui l’uomo ha bisogno e che ti porta a provare dolcezza e amore. Ma cosa significa usare violenza su una donna? Non è che forse questa violenza sia solo l’espressione di una insicurezza di non sapere condividere la vita e di fidarsi di chi per natura forse può essere anche più forte di noi, ma non vogliono riconoscerlo?

Grazie Scuola “Corrado Melone” ed al preside Agresti che la dirige. Forse un giorno capirò meglio molte cose e risponderò alle domande che in questa scuola mi sono riuscito a porre. Grazie.

Simone Cama, 3M

Pubblicato lunedì, 5 Dicembre 2016 @ 06:12:43     © RIPRODUZIONE RISERVATA