Emergenza Gaza, il quadro dell'emergenza a cura dell'UNICEF • Terzo Binario News

GAZAOltre 1.800 il bilancio dei morti palestinesi in un mese di combattimenti nella Striscia ei Gaza, dopo l’avvio dell’operazione militare israeliana “Protettive Edge”: alla data del 6 agosto, i bambini uccisi risultavano 429, 2.744 quelli feriti e 32.500 i bambini senza tetto, a causa di oltre un mese di bombardamenti dal cielo, dal mare e da  terra, uniti alle operazioni terrestri condotte dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Il numero di sfollati ha raggiunto un picco massimo di 273.000 persone accolte nelle scuole UNRWA e risultava di 166.000 il 4 agosto, dopo il ritiro delle truppe di terra israeliane, numero destinato nuovamente a crescere a fronte di un  intensificarsi degli scontri.

Da giugno 2014, la situazione umanitaria nello Stato di Palestina era andata gravemente peggiorando a seguito dell’escalation progressivo di violenza. A Gaza, il crescendo di operazioni militari e delle ostilità hanno causato un bilancio senza precedenti di vittime – la grande maggioranza tra donne e bambini – con un numero elevato di feriti, che urgono assistenza e cure mediche, mentre una distruzione estesa di indispensabili infrastrutture civili come ospedali e servizi idrici e igienico-sanitari ulteriormente aggrava le condizioni delle popolazioni civili vittime delle operazioni militari.

Allo stato attuale, tanto gli attacchi aerei, quanto le operazioni militari ed il lancio di razzi continuano ad esporre i bambini a gravissimi danni sia fisici sia psicologici: 373.000 bambini necessitano sostegno psicosociale specialistico.

Il drammatico deterioramento della situazione ha ulteriormente aggravato una condizione umanitaria che a Gaza era già disastrosa, che era andata peggiorando già nei primi 6 mesi del 2014, con un regresso significativo nella fornitura dei servizi di base, della disponibilità di carburante e con l’erosione dei meccanismi  familiari di sussistenza.

Violenti scontri si sono registrati tra palestinesi e forze di sicurezza israeliane in Cisgiordania e Gerusalemme Est, con violenze ripetute.

Programmi di emergenza dell’UNICEF a Gaza e nello Stato di Palestina

A seguito del peggioramento della situazione, l’UNICEF ha rivisto i suoi obiettivi programmatici per rispondere ai crescenti bisogni umanitari della popolazione colpita. Specialmente per quanto riguarda gli interventi nell’ambito del settore “Sanità”, l’UNICEF ha rivisto l’obiettivo per la fornitura di medicinali salvavita, dei farmaci di base le cui scorte risultano esaurite e di prodotti sanitari primari, per raggiungere 30.000 bambini nelle cliniche neonatali e pediatriche.

Nel settore “Acqua e Igiene” gli obiettivi dell’UNICEF includono il supporto per riabilitare le condutture idriche e di smaltimento dei rifiuti fognari, il trasposto d’acqua mediate autobotti, l’educazione all’igiene presso le comunità altamente vulnerabili, comprese le comunità colpite dall’attuale escalation di violenza.  Come agenzia leader per guidare le organizzazioni partener nel settore “Acqua e Igiene”, l’UNICEF continuerà ad operare per assicurare una risposta  coordinata e tempestiva all’emergenza umanitaria,  inclusi gli interventi in termini di advocacy e di mobilitazione delle risorse, per affrontare la crisi della mancanza di carburante a Gaza, essenziale al funzionamento degli impianti idrici  e igienico-sanitari.

Squadre di emergenza per il sostegno psicosocialee gli Spazi a misura di bambino forniranno servizi di protezione e supporto psicosociale, compresa l’educazione sul rischio di mine e ordigni inesplosi per famiglie e bambini, con attenzione particolare alle aree maggiormente colpite dall’escalation di violenze acuitesi dal mese di giugno, incluse Gaza, Hebron e Gerusalemme Est.

Il meccanismo di monitoraggio e registrazione delle gravi violazioni commesse sui bambini verrà rafforzato, così come verrà intensificata lazione di advocacy per migliorare la protezione dei bambini in stato di detenzione militare.

L’UNICEF supporterà l’accesso in sicurezza all’insegnamento per i bambini in età scolare, incluso il trasporto protetto alle scuole e la riabilitazione di quelle danneggiate, nonché  l’aumento della presenza di personale addetto alla protezione dei bambini ai check point, per garantire che possano andare a scuola in sicurezza. L’UNICEF rivolgerà particolare attenzione alle esigenze degli adolescenti, ragazze e ragazzi, nelle aree maggiormente a rischio, attraverso attività educative di dopo scuola e programmi socio-ricreativi.

Nei Gruppi di lavoro per settore di intervento (Cluster Groups) con le organizzazioni partner, l’UNICEF continuerà a guidare la risposta umanitaria nel settore “Acqua e Igiene”, del Gruppo di lavoro del settore “Protezione dell’Infanzia” e del gruppo di lavoro  “Israele/ Territorio Palestinese Occupato” sulle gravi violazioni commesse sui bambini. L’UNICEF  coordinerà con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) il gruppo di lavoro sulla “Salute Mentale  e Psicosociale” e coordinerà con l’Ong partner Save the Children la risposta umanitaria del gruppo di lavoro del settore “Istruzione”.

Interventi di risposta all’emergenza a Gaza 

Protezione dei bambini vulnerabili

Delle oltre 166.000 persone attualmente sfollate la metà sono bambini, accolti nelle scuole dell’UNRWA[1] – l’agenzia dell’ONU il cui mandato è assistere i rifugiati palestinesi – e in 12 scuole pubbliche, un numero che si prevede in aumento  qualora si intensificano le operazioni militari

Interventi:

L’UNICEF sostiene le organizzazioni partner nella verifica delle morti infantili: rapporti quotidiani vengono prodotti su uccisioni, fermenti e altre gravi violazioni sui bambini. Per mitigare l’impatto sui bambini e i loro familiari delle violenze in corso l’UNICEF finora ha:

  • fornito supporto al Palestinian Centre for Democracy and Conflict Resolution (PCDCR), sostenendo 5 team/squadre di sostegno psicosociale per assistere almeno 25.000 bambini e le loro famiglie. Fino al  7 agosto 3.230 bambini avevano ricevuto sostegno psicosociale.
  • Ha pre-posizionato per la distribuzione 60.000 opuscoli informativi, per dare indicazioni ai familiari su come proteggere i bambini in situazioni di pericolo.
  • Ha realizzato messaggi radio sui rischi degli ordigni inesplosi che saranno trasmessi da 5 stazioni radio, raggiungendo circa 1 milione di persone; ha inviato a 80.000 persone sms con informazioni  sulla protezione dei bambini e sul sostegno psicosociale ed un numero verde cui chiedere consigli e supporto:  tra  il 4 e 7 agosto il numero verde ha ricevuto chiamate da 150 persone da Gaza terrorizzate da una ripresa delle violenze.
  • con il sostegno dell’UNICEF  1.200 bambini hanno preso parte ad attività socio ricreative e 640 hanno ricevuto kit di materiali per dette attività.
  • Attraverso il meccanismo di monitoraggio e registrazione delle gravi violazioni commesse sui bambini durante i conflitti, l’UNICEF sta costantemente monitorando la situazione e registrando  l’impatto sui bambini.

 Acqua e Igiene

Giorni ininterrotti di bombardamenti hanno arrecato gravi danni alle vitali infrastrutture idriche e fognarie ed interrotto le forniture elettriche. I danni causati dagli attacchi aerei alle condotte idriche e ai pozzi, alle stazioni di smaltimento dei rifiuti fognari e di trattamento delle acque, come alle stesse linee elettriche, hanno ulteriormente aggravato il sistema idrico e fognario che era già sovraccarico a Gaza, dove le temperature stagionali risultano in crescita. Nelle condizioni attuali, le riparazioni risultano difficili per operare sulle infrastrutture a causa della situazione sul terreno, con tecnici pubblici uccisi mentre erano a lavoro per interventi di riparazione. La situazione attuale implica gravi rischi di salute pubblica per malattie veicolate da acqua contaminata.

Allo stato attuale, 1,2 milioni di persone non hanno accesso sicuro all’acqua potabile, il 50% delle stazioni di pompaggio e smaltimento  dei rifiuti fognari sono fuori uso, 800.000 persone risultano a rischio per la possibile contaminazione del sistema idrico a casa del danneggiamento di quello fognario.

Interventi:

Condizioni idriche ed igienico-sanitarie precarie hanno serie ripercussioni per i bambini palestinesi, esponendoli a gravi rischi di malattie veicolate dall’acqua contaminata. Ad ora l’UNICEF:

  • in collaborazione con il WFP, sta utilizzando un sistema di buoni-acquisto per 4.000 famiglie (24.000 persone) affinché possano acquistare acqua e prodotti igienici.
  • sta sostenendo il Dipartimento pubblico delle risorse idriche per riparazioni d’emergenza delle reti idriche e fognarie, fornendo fondi di emergenza per il  ripristino dell’impianto di trattamento delle acque di scarico di Rafa danneggiato dai bombardamenti.
  • sta supportando la distribuzione d’acqua potabile tramite autobotti con l’obiettivo di raggiungere 35.000 persone.
  • oltre 3.000 kit igienico-sanitari per adulti e 2.000 per bambino sono in corso di fornitura.
  • 1.000 taniche per l’acqua sono in corso di distribuzione mentre 10 cisterne idriche gonfiabili sono in attesa di autorizzazione dalle autorità israeliane.

Sanità e Nutrizione

Al  7 agosto, gli ospedali non danneggiati dai bombardamenti hanno continuato a funzionare con scarse risorse e posti letto limitati. Diversi operatori sanitari sono stati uccisi o feriti e numerose strutture sanitarie sono state danneggiate.

Per sostenere il Ministero della Sanità nelle cure ai feriti, l’UNICEF:

  • ha fornito i vaccini necessari per le vaccinazioni di routine in corso nei centri sanitari.
  • ha condotto una valutazione delle scorte mediche e farmaci prioritari, comprese le scorte di emergenza. Un totale di 23 tipologie di farmaci essenziali stanno venendo forniti alle strutture sanitarie.
  • sta monitorando i servizi sanitari di base, in particolare il sistema della catena del freddo e i servizi di vaccinazione.
  • con il WFP, l’UNICEF fornirà biscotti ad alto valore energetico per 10.000 bambini al di sotto dei 2 anni e sta organizzando la distribuzione di alimenti per i bambini sfollati nei centri di accoglienza.
  • in coordinamento con il Ministero della Sanità, l’UNICEF sta sostenendo attività di consultorio sull’allattamento al seno per le madri sfollate presso le scuole pubbliche e attività di controllo sul rischio di scoppi epidemici.

Istruzione e partecipazione degli adolescenti

Alla datadel 22 luglio, 85 scuole risultavano danneggiate a scapito di oltre 90.000 scolari; 20.000 adolescenti presso 20 spazi a misura di  bambino hanno urgente bisogno di supporto per poter condurre attività di sostegno  psicosociale e socio-ricreative. Alla data del 7 agosto le distruzioni enormemente maggiori.

Per mitigare l’impatto su bambini e adolescenti delle violenze in corso l’UNICEF sta:

  • coordinando le organizzazioni partner per il settore di intervento Istruzione
  • fornendo attività di sostegno psicosociale per gli adolescenti sfollati accolti presso le 12 scuole pubbliche;
  • formando almeno 100 operatori da impiegare in 20 spazi a misura di bambino per attività di sostegno agli adolescenti;
  • sostenendo attività di dopo-scuola per almeno 20.000 ragazzi e ragazze adolescenti tra i 12 e i 18 anni, tra cui educazione sulle Life skills, le competenze utili a consentire loro di esprimersi e di affrontare la situazione di emergenza attuale;
  • fornendo 15.000 zaini scolastici e materiali di cancelleria, 50 kit di primo soccorso e 300 kit per lo sviluppo della prima infanzia.

Fondi necessari per l’emergenza nello Stato di Palestina (luglio – dicembre 2014)

Allla data del 30 giugno l’UNICEF ha stimato necessari 14.284.000 dollari per rispondere ai bisogni umanitari nello Stato di Palestina nel corso della seconda parte del 2014. A fronte dei fondi finora ricevuti, alla data del 7 agosto l’UNICEF necessità di 13,7 milioni di dollari, essenziali per mettere in grado l’UNICEF di proseguire i programmi umanitari, inclusa l’erogazione di assistenza medica d’emergenza, servizi idrici e igienico-sanitari, di istruzione e protezione dell’infanzia.

Pubblicato lunedì, 11 Agosto 2014 @ 18:34:29     © RIPRODUZIONE RISERVATA