“Un’edizione che lascerà il segno” il commento del presidente e del direttore artistico dell’Aps
di Cristiana Vallarino
Una chiusura davvero scatenata quella di domenica sera per il XV Tolfa Jazz Festival.
Dopo un pomeriggio dedicato ai due concerti gratuiti ospitati in location nel centro del paese, con il mix jazz-barocco di Valentina Fin e il giovane collettivo Wasted Generation, e le street band che hanno animato le strade in stile New Orleans, l’anima della festa si è spostata nell’anfiteatro Tagliani nella villa comunale.
A fare gli onori di casa ancora l’attrice e cantante Daniela Barra, qui nell’elegante veste di presentatrice. Salutati sponsor e partner (ieri in prima fila c’era Gabriella Sarracco, presidente della Fondazione Cariciv da sempre al fianco del Tolfa Jazz) ha introdotto il Gabriele Buonasorte Quartet, gruppo jazz/funk capitanato dal sassofonista siracusano che ha festeggiato i dieci anni insieme con il disco “It’s time”, di cui ha presentato alcuni brani, scritti dal frontman.
Sul palco con lui Angelo Olivieri alla tromba, Mauro Gavini al basso e Saverio Federici alla batteria. Quattro musicisti d’eccezione che – come spiegato al microfono da Buonasorte – ormai da un decennio condividono viaggi, pasti, notti, momenti difficili, ma anche scanzonati: una formazione collaudata indenne da litigi.
Come raccontato da Buonasorte alla fine della molto applaudita esibizione, prima di concedersi ai fan per gli autografi sui cd in vendita, i quattro si sono conosciuti in quanto tutti insegnavano presso scuole di musica romane. “L’insegnamento, anche al conservatorio e poi nella scuola pubblica, fa parte della mia vita – ha detto Buonasorte, artista eclettico -, oltre alla famiglia e naturalmente la composizione. Che parte certo dall’improvvisazione tipica del jazz, ma va fissata sugli spartiti”.
“Sono davvero felice di essere finalmente a Tolfa – ha continuato Buonasorte -: la location è splendida e le scelte artistiche sono coraggiose. Confido in un ritorno…”.
Decisamente cambio di ritmi per la chiusura, affidata al trio svizzero The Next Movement. Incontenibili i tre J.J. Flueck, P. Kaeser e Sam Siegenthal, trascinati dal batterista J.J. con il loro groove pop, R’n’B-soul e Funk, hanno coinvolto gli spettatori, riuscendo a portarne un bel gruppo a ballare sotto il palco. Anche in quei momenti in cui c’è stata una defaillance dell’ipertecnologico impianto d’amplificazione, prontamente risolto dall’abilità dei tecnici del trio e del Fox Sound Service.
Il lunedì mattina è quindi tempo di bilanci, da parte dell’organizzazione, capitanata dal presidente dell’Aps Tolfa Jazz Egidio Marcari e dal direttore artistico Alessio Ligi.
“Un’edizione che lascerà il segno per molto tempo – dicono -. L’inizio di un “nuovo” Tolfa Jazz proiettato sempre più verso la nuova scena contemporanea. Una scelta artistica, sicuramente “impegnata”, che ha saputo coinvolgere emotivamente il pubblico. Un pubblico sempre più attento e coinvolto. 3 palcoscenici, di cui 2 nuovi (chiesa del Crocifisso e la sala “il Monte” con oltre 50 musicisti protagonisti. E siamo riusciti, grazie alla sinergia con “Tolfa Borgo Experience”, a riportare la musica in strada, proprio come nella migliore tradizione di New Orleans a noi sempre cara. Soprattutto siamo riusciti a dare spazio a tantissimi giovani talenti, già’ vincitori dei più importanti premi nazionali; con l’occasione hanno vissuto e conosciuto Tolfa per qualche giorno e sicuramente ne saranno ambasciatori: tutti sono rimasti estasiasti e sbalorditi dalla meravigliosa location e dalla qualità dell’acustica”
“Ormai siamo sommersi di richieste di partecipazioni al Tolfa Jazz, passiamo diversi mesi all’anno a selezionare i tanti progetti che ci inviano. Questo è stato il festival dalle tante sfumature – concludono -. La promessa è di continuare su questa strada, puntare sempre più sui giovani, dare spazio ai talenti, invitare artisti che sappiano valorizzare ancora di più il Tolfa Jazz”.
Ma il Festival ha sempre anche un lato artistico. Quest’anno Alessandra Degni e Simona Sarti in arte (DESART2), hanno presentato la loro installazione per Tolfa Jazz 2024, dal titolo Notiamoci. L’opera – che ha abbracciato tutto il palco – vuole rappresentare la sinergia tra l’essere umano e la musica, evidenziando il piacere di ritrovarsi in una dimensione musicalmente libera, esattamente come il Jazz. “Sei felice? Allora sei jazz”, il loro leit motive. Che traspare inquadrando i qr code piazzati tra le note dorate.