Disastro ambientale Maccarese, Comitato Rifiuti Zero: "Dobbiamo stare tranquilli?" • Terzo Binario News

IMG_5531Dobbiamo stare tranquilli? No, non possiamo e non dobbiamo stare tranquilli!
Sono anni che denunciamo la presenza nel nostro territorio ed in quelli limitrofi di impianti inquinanti che mettono a rischio la nostra salute e quella dell’ambiente in cui viviamo. Anni che chiediamo al Comune di Fiumicino di avviare un monitoraggio ambientale che stabilisca che tipo di terra coltiviamo, quale acqua beviamo e quale aria respiriamo. Non siamo allarmisti, ma quest’ultimo disastro ambientale provocato dalla fuoriuscita di cherosene dall’oleodotto che da Civitavecchia porta il greggio all’aeroporto di Fiumicino, conferma tutte le nostre preoccupazioni.
Ecco le fonti di inquinamento e di pericolo presenti a Fiumicino e nelle zone adiacenti:
1. l’Aeroporto Leonardo da Vinci che dal 1961 ci regala idrocarburi e profusione senza che uno straccio di centralina ci indichi in quale misura;
2. la discarica di rifiuti indifferenziati di Malagrotta che, nonostante sia chiusa da settembre 2013, continuerà a rilasciare inquinanti ancora per molti decenni;
3. il gassificatore di Cerroni sempre a Malagrotta la cui riaccensione provocherà emissioni cancerogene in atmosfera;
4. l’inceneritore di rifiuti ospedalieri di Ponte Malnome, l’unico nel Lazio che di polveri e nano particelle cancerogene ne emette dal 1996;
5. la centrale a carbone di Torre Valdaliga a Civitavecchia da 1980 MW le cui polveri viaggiano per decine di chilometri senza che alcuna barriera o filtro possa bloccarle;
6. la discarica di rifiuti indifferenziati di Cupinoro, al momento chiusa per esaurimento e perché ricadente in zona vincolata e per la quale il Presidente del Consiglio con apposita delibera dell’ 8 agosto scorso, aggirando il parere contrario del Ministero dei Beni Culturali, ne autorizza la riapertura con realizzazione di un impianto TMB da 135.000 t/a e di un impianto biogas da 30.000 t/a;
7. il deposito di 7000 mc di scorie radioattive della Casaccia;
8. le antenne di Città del Vaticano a Cesano causa di inquinamento elettromagnetico;
9. gli oleodotti che trasportano per decine di chilometri il petrolio da Civitavecchia all’ aeroporto di Fiumicino e alla Raffineria della Valle Galeria (una rete di oltre 100 km che attraversano senza particolari precauzioni ed accorgimenti, stante i frequenti furti od altri accidenti che provocano perdite ingenti di cherosene) campi coltivati e centri abitati;
10. la rete autostradale e la statale Aurelia che registrano un transito elevato per tutto l’anno;
11. l’impianto di trasferenza/compostaggio AMA a Maccarese a cui è connesso l’elevato transito di TIR denunciato da mesi all’Amministrazione comunale di Fiumicino;
12. i due impianti biogas della Maccarese spa realizzati ed in funzione il primo, da 999 kw, dal 2011 ed il secondo, da 625 kw, dal 2012, rispetto ai quali, nonostante le ripetute richieste, ignoriamo la tipologia e la qualità del materiale in entrata e del digestato e delle emissioni dei gas in uscita.

Abbiamo per lo meno 12 grossi motivi per i quali non possiamo stare tranquilli!

Viviamo su una bomba che potrebbe esplodere da un momento all’altro per un qualsiasi motivo, dall’incidente doloso alla scarsa o pessima manutenzione, alla superficialità dei controlli o alla loro totale assenza. Fiumicino è purtroppo, nonostante le apparenze, un comune che la stessa Regione Lazio ha classificato nel 2010 in zona B ossia comune in cui si è già verificato, o è prossimo, il superamento del limite di legge per almeno un inquinante, è un comune in cui vergognosamente non sono installate centraline di monitoraggio della qualità dell’aria (ne esistono solo una o due per la qualità dell’acqua), è un comune dove è accertato il superamento del limite di legge per quel che riguarda l’inquinamento acustico, è un comune la cui vocazione agricola e turistica di qualità vengono da anni aggredite e martoriate dalla continua cementificazione e dai tentativi di trasformarlo in un polo industriale, è un territorio sottoposto ad una miriade di interventi che determinano solo consumo di suolo ed aumento dell’inquinamento.
Di fronte a quest’ultimo disastro ambientale e ad una situazione così critica ci appaiono scelte indispensabili quelle di una moratoria per tutta l’impiantistica che potenzialmente può causare un aggravamento della situazione, di un monitoraggio strumentale sullo stato della qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo e sottosuolo, di una mappatura delle zone a rischio presenti sul territorio comunale ed inoltre quella di definire un nuovo modello autorizzativo dell’impiantistica che prescriva sempre misure locali dell’inquinamento ante operam.
Per le aree definite a rischio riteniamo indispensabile procedere all’individuazione precisa delle cause di inquinamento, provvedere alle possibili e migliori opere di mitigazione del rischio, prevedere la messa al bando di pesticidi e/o fertilizzanti chimici, nonché ad uno studio epidemiologico per verificare eventuali patologie ricorrenti che colpiscono la popolazione.
Questo territorio ha necessità di regole certe a tutela della salute e dell’ambiente e che tali regole vengano puntualmente osservate.

Pubblicato lunedì, 10 Novembre 2014 @ 17:28:37     © RIPRODUZIONE RISERVATA