Dai diamanti non nasce niente, dal Borussia nascono i fior • Terzo Binario News

Dai diamanti non nasce niente, dal Borussia nascono i fior

Apr 30, 2013 | Blog, Valerio Dieni

Non sono mai stato uno a cui piace vincere facile. Non sono il tipo da pubblicità del gratta e vinci, per intenderci. Proprio non ce la faccio. Ho sempre apprezzato lo sforzo, il sacrificio, la determinazione. Vuoi perché nella vita ho dovuto sudare parecchio per raggiungere i miei obiettivi, vuoi perché sono convinto che si possa sempre migliorare. Insomma, non saprei dirvi perché, ma credo che un risultato non possa definirsi tale senza una discreta operazione compiuta per conseguirlo.

Forse è per questo che mi sono perdutamente ed incondizionatamente innamorato del Borussia Dortmund.

Avete presente gli squadroni creati dal denaro? Si, avete capito: Manchester City, Paris Saint-Germain, il primo modello che io ricordi è stato il Chelsea di Abramovich. Ogni tanto salta fuori un arabo o un russo, tira fuori somme di denaro che neanche Zio Paperone, e compra. Uno, due, dieci campioni. Campioni veri, non quelli delle figurine. Ecco, odio tutto questo. Lo considero il dark side del calcio moderno. Buio totale. Anche perché poi queste corazzate, almeno inizialmente, falliscono. E non posso certo dire che vederle fallire mi dispiaccia.

Gli occhi, però, riescono ad abituarsi anche al buio più fitto. Pian piano la luce torna. E, per come la vedo io, la luce è il Borussia Dortmund.

Una fenice. La squadra risorta dalle proprie ceneri. La squadra che ha saputo risollevarsi dopo aver sfiorato il baratro del fallimento e l’oblio della retrocessione. Proprio lì, in bilico sul ciglio del burrone, il Borussia è riuscito a non perdere l’equilibrio. La dirigenza, i giocatori, i tifosi, tutti hanno capito che per tornare grandi era necessario lottare, sacrificarsi. Pazienza, saggezza, lungimiranza: roba che in Italia non si trova più, merce che da queste parti non viene apprezzata. Il taglio agli stipendi dei giocatori, la cessione del Westfalenstadion, i primi passi di una realtà che sarebbe tornata grande. Fiducia ad un allenatore, fiducia ad un gruppo di giovani. La fiducia costa poco, anzi, nulla.

L’esperto d’arte, il vero esperto, non è quello che acquista un quadro quando il prezzo è già alle stelle. L’esperto scorge il talento di un artista dove gli altri non lo vedono, capisce il valore di un’opera prima degli altri e si aggiudica il pezzo per una cifra irrisoria. La fama dell’artista cresce con il passare del tempo, proprio come previsto dall’esperto, e il prezzo dei quadri aumenta vertiginosamente. È arte, è calcio.

Arrivo al punto. Un ragazzo di ventiquattro anni ha battuto Diego Lopez quattro volte, in semifinale di Champions League, una settimana fa. Il ragazzo si chiama Robert Lewandowski. È stato pagato quattro milioni di euro. Non serve essere sceicchi per creare calcio, serve essere esperti d’arte.
Il Borussia Dortmund è risorto così.

Le grandi squadre nascono dal basso, nascono da un progetto, non dai soldi. Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.