Si procede a tappe forzate all’approvazione della delibera che istituisce la Nuova Provincia Porta d’Italia che promette meravigliosa sorte di sviluppo del territorio e fantastica su avveniristiche porte d’accesso di frotte di turisti facoltosi!
Nella smania di promesse velleitarie, quelli che sono i bisogni del cittadino vengono ignorati.
Per esempio la gestione dell’acqua pubblica da parte di ACEA: le bollette moltiplicate a dismisura senza una adeguata spiegazione e il taglio indiscriminato dell’utenza anche nei casi di morosità involontaria.
Per fortuna c’è qualcuno che ne parla.
Sabato 13 aprile “Sinistra italiana” ha organizzato ad Anguillara un’assemblea per riflettere su come rimettere in discussione il regime di monopolio di ACEA ed applicare finalmente la legge regionale n. 5 del 2014, promossa dai Comitati per l’acqua pubblica ed approvata dalla giunta Zingaretti senza però essere mai entrata in vigore.
All’assemblea hanno partecipato, oltre ai rappresentati dei Comitati per l’Acqua Pubblica dell’Alto Lazio, la Consigliera Regionale del Polo Progressista Alessandra Zeppieri ed Emiliano Minnucci del PD.
Alla vittoria del referendum del 2011 non seguì la gestione pubblica dell’acqua; le S.p.A. continuarono a trarre dividendi dalla gestione di un bene comune.
ACEA ATO 2 incassa ogni anno dagli utenti tariffe sempre più salate ma scarsi rimangono gli investimenti nella depurazione e nella rete. Dai dati forniti dalla stessa ACEA sappiamo che le perdite della rete equivalgono a 200 milioni di mt cubi, vale a dire il 39% del totale. Questo è un vero e proprio paradosso in tempi di grave crisi idrica, in cui le captazioni indiscriminate mettono a serio rischio l’equilibrio naturale di laghi e fiumi del Lazio, mentre il consumo di suolo non permette alle falde sotterranee di alimentarsi.
La legge n 5 prevedeva una gestione diversa dell’acqua: parlava di Ambiti di Bacino Idrografico (ABI) ed una cooperazione tra Enti pubblici e soggetti privati in Aziende Speciali per ottimizzare la gestione dell’intera filiera idrica. Un’azienda speciale, anche in regime di cogestione tra comuni ed ACEA, permetterebbe un maggiore controllo sull’operato di ACEA e maggiore peso dei Comuni.
Negli attuali ATO Lazio (corrispondenti alle province) gestiti da ACEA (Frosinone e Roma) i Comuni hanno poca voce in capitolo.
Tale cooperazione tra Comuni si può fare prima della stessa nuova provincia, dimostrando la volontà di creare rete di solidarietà tra le città del territorio nell’interesse dei cittadini.
A S. Marinella, dove si è votata a maggioranza l’istituzione della nuova provincia, si rigetta con disprezzo la proposta di cominciare una collaborazione tra comuni rimettendo in discussione ACEA-ATO 2. Le voci che negli ultimi consigli comunali si sono levate per rimettere in discussione ACEA nell’ambito della nuova provincia sono state immediatamente zittite dal Sindaco che ha dichiarato ACEA fuori discussione. Anche questo la dice lunga su quanto la nuova Provincia sia funzionale agli interessi di pochi e noncurante dei diritti (e dell’opinione) dei molti.
Il rilancio nei territori dei comitati dell’acqua pubblica al fine di sostituire gli ATO con gli ABI sarà sostenuta da una mozione condivisa presentata dalla consigliera Zeppieri per iniziare una campagna di pressione presso la Regione Lazio.
Coalizione Futuro seguirà con interesse il percorso avviato.