“Ringraziamo tutti coloro che ci hanno dimostrato solidarietà per l’accaduto. Con il supporto dell’Unione italiana dei ciechi, che ci ha fornito assistenza e vicinanza, oggi abbiamo la possibilità di esprimere le nostre richieste alle istituzioni, alle quali va il nostro grazie per la sensibilità dimostrata”. Sonia, 36 anni e il marito Alessandro, 41enne, entrambi con invalidità visiva, hanno raccontato di aver subito una aggressione il 30 dicembre a Centocelle. I due, all’altezza di Piazza dei Mirti, hanno attraversato le strisce pedonali, sporgendo il bastone allo scopo di constatare se vi fossero pericoli. Una vettura, però, ha impattato contro il bastone. Il conducente del veicolo è sceso – dicendo “ti spacco la faccia e ti taglio la gola” – e ha spinto Sonia a terra, dopo averla afferrata alle spalle.

La donna e il consorte – venerdì 8 gennaio – hanno presentato denuncia ai carabinieri della stazione Roma Centocelle. Non solo: in mattinata hanno avuto un incontro con alcuni rappresentanti istituzionali del Municipio V. “I fatti purtroppo dimostrano una maggiore, sempre crescente, incapacità delle comunità ad assimilare la tolleranza come valore guida della civile convivenza, attraverso il rispetto delle più elementari norme, come quelle del codice della strada – hanno detto Sonia e Alessandro – di questo ci rammarichiamo. Nessuna reazione istintiva o violenta ci appartiene, proprio perché è qui che si riscontra il punto critico del patto civile di una comunità, che alla fine ha portato ad una vicenda come la nostra”.
“Vogliamo solo ribadire che per abbattere ogni livello di disabilità, le persone con handicap come noi hanno bisogno di maggiore rispetto, delle nostre persone, degli spazi annoi dedicati, delle regole specifiche e generali, che stabiliscono un equilibrio nella civile convivenza di una comunità. Da qui il nostro impegno affinché da una vicenda come questa, senza conseguenze per fortuna, si possa costruire un momento di riflessione ed azione volte ad una maggiore consapevolezza di queste tematiche. In conclusione. ribadiamo la nostra assoluta fiducia nelle forze di polizia e nell’arma dei carabinieri, che ha raccolto la nostra denuncia, perché per cittadini fragili come noi rappresentano l’unica possibilità di difenderci in una società incattivita”.