L’ex calciatore prof alla 21esima stagione, guiderà un attacco rossoblù stellare
È arrivato alla preparazione numero 21 e, avendo un passato illustre fra i professionisti, si è trattato di raduni in cui poi ci si andava a giocare obiettivi importanti.
In piccolo, lo è anche quello del Santa Marinella 2024-2025 che ieri si è radunato alo stadio Fronti per dare inizio alla nuova annata. E Fabrizio Melara continua ad essere il capitano.
A 38 anni, ha iniziato le fatiche estive nel 2003 con la Primavera della Lazio per proseguire poi in serie C con Salernitana, Sambenedettese, Rieti, Massese, Pro Patria, Spal, Reggina, Carpi, Lecce, Benevento e Juve Stabia (qualche volta a campionato in corso).
Insomma, momenti che conosce bene. «Sono così vecchio che qualche mio compagno 21 anni neanche li ha – scherza Melara – calcolando le stagioni giocate nei prof (a cui va aggiunto l’Atletico Fiuggi in serie D prima del ritorno a casa nella Perla, ndc) sono vecchio qualcuno neanche li ha 21 anni.
Ci sarebbe tanto da raccontare». Il clima nella squadra dal momento in cui si parte: «Lo spirito è tranquillo e sereno fra compagni, l’ossatura è rimasta e questo aspetto è molto importante. Spesso capita che si smontino e rimontino i gruppi in Promozione e non è mai la cosa migliore, perché è impossibile dare continuità. Capisco ci sia chi lavora, chi tenti il salto di categoria, chi cerca qualche rimborso più consistente, eppure tante offerte da categorie superiori o altre compagini sono state rifiutate dai compagni. È positivo».
L’obiettivo, va ancora avanti il capitano rossoblù, «è quello creare qualcosa che vada oltre l’aspetto economico e un riscontro c’è. Peppe Tabarini è l’esempio: poteva scegliere di andare dove voleva e invece è rimasto, così come Alessandro Caforio e Alessio Gallitano, ricordando i 25 anni di quest’ultimo. Credono in una società che lavora in una certa maniera, il campo aiuta e il Comune ci è vicino. Chi è andato via si è pentito, con diversi sono rimasto in buoni rapporti e me lo hanno confessato. Prendere il giocatore forte solo per vincere non riesce quasi mai. Se invece strutturi, puoi alzare le ambizioni e con esse le probabilità si riuscire». Melara fa un esempio da Champions: «Se bastassero i fuoriclasse, il Manchester City sarebbe imbattibile e non è così. Serve l’ambiente giusto, i giocatori vanno fatti rimanere per crescere, vanno capiti e fatti legare al contesto. Meglio ancora se è gente del posto e rinunciare a qualche pezzo importante. Ci si sta lavorando con Stefano Di Fiordo, magari qualcuno diventasse professionista ma già se arrivassero ed esordissero in prima squadra sarei molto felice». Ultimi passaggi su sé stesso e mister Daniele Fracassa: «Penso sempre al bene della squadra, mai al mio interesse. C’è così tanta passione che ricomincerei da subito se potessi senza la certezza di ridiventare un calciatore professionista. Orazio Sanfilippo e Patrizio Gramegna stanno facendo un lavoro eccezionale e bisogna entrare nella mentalità nuova con tutto l’ambiente. Anche l’anno scorso c’era una buona squadra ma ci sono tante, troppe variabili. Ho conosciuto Riccardo Serpieri e Samuele Cerroni, fanno al caso nostro, sono ragazzi speciali. La pressione serve a tenere sulla corda tutti, con stimoli continui. Bisogna “pensare alla salvezza” ovvero domenica dopo domenica. Fracassa? È allenatore di categoria, ci ha dato una preparazione da Serie A. vuole una squadra battagliera che non si tira indietro, davanti pensa ai Galacticos con quattro attaccanti. È molto intelligente, nel cambiare in base alle situazioni», la conclusione di Fabrizio Melara.