La Biblioteca Comunale “Peppino Impastato”, grazie alla passione ed ai buoni uffici della direttrice, dottoressa Marina Panunzi, ha invitato la “Corrado Melone” e la “Ladispoli 1” a svolgere il progetto sulla città delle regole di “Tocca a me! Percorso attivo di scoperta su Convivenza Civile e Politica”.
<<Chi ha avuto modo di assistere al percorso delle due classi coinvolte con la dottoressa Delia Modonesi>> ha detto Alessia Moricci, funzionario della biblioteca <<è stato veramente illuminato ed emozionato nel vedere come i ragazzi hanno reagito nelle situazioni, anche se solo virtuali, in cui Delia li ha fatti immedesimare. Un progetto di grande valore, che merita attenzione ed è utile anche a noi adulti, per resettare alcune concezioni del vivere insieme a volte dimenticate o date troppo per scontate nella vita frenetica di tutti i giorni.>>
Dice la dottoressa Delia Modonesi: <<Tocca sempre a me anche se non ce ne accorgiamo. Ci sono cose che ci toccano e altre che non ci toccano. Ci tocca, per esempio, se un amico ci racconta di qualcosa che gli è successo, di bello o di brutto; e ci tocca anche se quell’amico non vuole raccontarci niente. Ci tocca se qualcuno ci ruba qualcosa: ci tocca meno se il furto avviene a qualcun altro, e non ci tocca per niente se non sappiamo che qualcuno ha rubato qualcosa. Ci tocca, anche, fare una serie di cose: ci tocca andare a scuola, ci tocca vestirsi in un modo anziché in un altro. Non ci tocca votare, per ora. Spesso ci identifichiamo con le cose che ci toccano, siamo quello che ci sta a cuore e allo stesso modo pensiamo di non avere molto a che spartire con le cose che non ci toccano. “Tocca a Me” è un’occasione per riflettere intorno a cosa ci tocca. Detta in modo diverso, è una mostra sulla politica, sugli interessi collettivi e sulle risposte individuali.>>
<<Tocca a me! è un “percorso attivo di scoperta”, un po’ mostra, un po’ gioco, un po’ laboratorio, che guida ragazze e ragazzi (classi della scuola secondaria di primo grado) alla scoperta della cittadinanza e della politica, intesa non tanto come funzionamento delle istituzioni, ma come responsabilità individuale e collettiva. Al centro di tutto il percorso sta la scoperta del potere che tutti abbiamo di incidere realmente nella vita del nostro universo: della possibilità che abbiamo e dell’impegno che comporta. Nato in collaborazione con Biblioteca Sala Borsa Ragazzi di Bologna, il percorso è stato progettato a partire dai libri per ragazzi che sono inseriti nella mostra e che possono essere letti durante i laboratori e che vengono proposti come letture da portare con sé, per continuare a riflettere sui temi proposti. Il percorso, è strutturato in tre aree: esperienza, conoscenza e azione.
Al centro di tutto stanno le domande dei visitatori, che a partire da un gioco di narrazione, affrontano il tema della cittadinanza e della partecipazione tramite giochi, letture ed esperimenti. Per esplorare insieme cosa vuol dire per noi “politica” utilizziamo scenografie di cartone colorato, libri, un quaderno, parole semplici e un sacchetto di biglie. tutti strumenti per far pensare, suscitare il coinvolgimento e le domande dei ragazzi. Il progetto, finanziato dalla regione Lazio, nell’ambito del festival della lettura svolto dal 3 ottobre al 18 novembre nelle biblioteche del sistema bibliotecario ceretano sabatino. Ha visto due allestimenti della mostra gioco, nelle biblioteche di Anguillara Sabazia e di Ladispoli, e 70 laboratori nelle diverse biblioteche del sistema.>> sono queste le parole della Direttrice della Biblioteca, dottoressa Marina Panunzi, ma lasciamo ora la parola ai ragazzi della “Melone”.
Come prendere insieme una decisione tra mille idee altrui? Noi ragazzi della “Corrado Melone” abbiamo partecipato il 26 ottobre al progetto “Tocca a me” organizzato in tre incontri dalla biblioteca comunale “Peppino Impastato” per partecipare al progetto e conoscere possibilità e conseguenze delle decisioni che si prendono.
All’inizio Delia, l’organizzatrice del laboratorio, ci ha domandato cosa pensassimo della politica, ma a molti di noi non interessava, credevamo che non fosse importante, soprattutto per noi che abbiamo 12 anni, pensavamo che la politica riguardasse solo gli adulti, poi alla fine…
Ma vediamo come è andata. Durante il primo incontro abbiamo creato una storia della quale noi eravamo i protagonisti. Delia, ci ha fornito una traccia che ci metteva di fronte a molte decisioni da prendere insieme. Stufi di stare sulla solita panchina del parco, decidiamo di seguire un sentiero nascosto tra la vegetazione incolta e scopriamo una capanna abbandonata e diroccata. Insieme decidiamo di farne il nostro posto di raduno, ma bisognava eseguire alcuni lavori di pulizia e risistemazione.
Dopo qualche battibecco, ci dividiamo in due gruppi, uno pulisce la parte interna, l’altro quella esterna. Per ristrutturare la capanna però servono dei soldi così decidiamo di chiederli in parte ai nostri genitori e di organizzare anche un mercatino dell’usato. Entrambe le idee funzionano alla grande. Paghiamo con i nostri soldi il materiale necessario e in un paio di settimane terminiamo una perfetta ristrutturazione, completata con splendide tendine rosa alle finestre.
Visto che siamo alunni della classe 2H decidiamo di chiamare la capanna “2House”. Un pomeriggio alla 2House si presenta un cane in pessime condizioni: dobbiamo decidere se tenerlo con noi oppure no. Ci fa compassione e decidiamo all’unanimità che sarebbe rimasto con noi. Ma una mattina, mentre siamo a scuola il cane incontra casualmente il suo padrone, in realtà non era un cane abbandonato ma noi non potevamo saperlo. Il suo padrone decide di seguirlo nel parco raggiungendo così la nostra capanna. Quando, nel pomeriggio, torniamo alla 2House lo troviamo furioso e ci accusa di averlo rubato. Dopo innumerevoli litigi ci riappacifichiamo. Il padrone ci spiega che suo figlio è disperato per la perdita del cane, ma ormai anche noi ci siamo affezionati a lui, tuttavia decidiamo che deve essere restituito al suo legittimo proprietario.
Un altro giorno arriva una ragazza. È una ragazza diversa dalle altre, un’anticonformista con un carattere vivace ed estroverso che ci implora di fare amicizia con noi, ma i suoi atteggiamenti non ci piacciono. Inoltre è sporca e suona una fastidiosa fisarmonica. La sua presenza non è gradita nel nostro rifugio, così decidiamo di farle un discorsetto e di cacciarla dalla nostra capanna. L’ultimo imprevisto, il più serio: un giorno un vigile si presenta alla porta della 2House dicendoci che la struttura deve essere demolita perché al suo posto sarebbe stata costruita la statua di un famoso poeta, inoltre noi non abbiamo alcun diritto di occuparla. Noi non accettiamo questa decisione, andiamo al comune e chiediamo di essere ricevuti dal sindaco. Riusciamo a trovare un accordo: possiamo tenerci la capanna, ma dobbiamo curare la pulizia di un’area del parco, la statua la faranno altrove.
Il secondo incontro è consistito in giochi di gruppo, alcuni si basano su delle decisioni da prendere, altri su competizioni, altri ancora sul divertimento. Veniamo divisi in squadre e dobbiamo rispondere ad alcune domande scegliendo tra varie risposte possibili. A seconda dell’opzione scelta si apre un percorso che ci mette di fronte alle conseguenze della nostra decisione. Ad esempio, giocando rompiamo il vetro di un’auto, abbiamo tre possibilità: ammettere la nostra responsabilità con il proprietario dell’auto, dare la colpa a qualcun altro, andare via facendo finta di niente. Ognuna di queste scelte ha varie conseguenze che conduce a scelte successive procedendo così in un percorso o in un altro.
Nel gioco successivo abbiamo dodici biglie a testa che corrispondono al valore di 12 euro. Dobbiamo decidere come spendere gli euro-biglie lasciandone tre per pagare le tasse. Per le nostre spese personali restano dunque nove euro-biglie. Tuttavia ognuno le spende per sé quasi tutte. Le biglie spese vengono inserite in un percorso e confluiscono in alcuni contenitori. I soldi per le tasse entrano in un contenitore destinato alle spese per i beni comuni della città come le strade, i parchi, l’ospedale. Ma ci accorgiamo solo alla fine che il contenitore “tasse” è rimasto quasi vuoto. Questo gioco è stato molto efficace nel mostrarci che la città dipende da ciascuno di noi.
Il gioco dei punti di vista si svolge a coppie: uno indossa delle lenti verdi, l’altro rosse dopodiché si devono posizionare delle biglie su due scacchiere: le biglie più chiare al centro, quelle più scure lungo il perimetro. Svolto il lavoro si scambiano gli occhiali con il compagno e ognuno si accorge che, invertendo i colori delle lenti cioè il punto di vista, il posizionamento delle proprie biglie risulta sbagliato mentre quello del compagno appare esatto.
Un altro è il gioco del piatto basculante. C’è un piatto oscillante con dei buchi sparsi sulla sua superficie. Abbiamo delle biglie da inserire in questi buchi. Se inseriamo troppe biglie negli stessi fori, il piatto si inclina troppo e cade. Se invece le distribuiamo in modo equo, il piatto rimane in equilibrio. Questo gioco insegna a prendere decisioni eque e giuste per non causare danni. All’inizio del terzo incontro scriviamo su un foglio i nostri nomi e i nostri interessi, cosa ci piace e cosa no, se andiamo in biblioteca, quanto spesso e cosa ci piacerebbe fare lì. Nel gioco che segue siamo a coppie, bisogna ottenere dal comune la gestione di un spazio pubblico per stare tutti insieme. Per realizzare questo scopo bisognava seguire un percorso con varie possibili scelte e molte diramazioni conseguenti.
Ad esempio all’inizio il gioco offre due opzioni: andare direttamente al comune oppure passare dalla biblioteca a prendere informazioni sulla procedura da seguire. Chi sceglie di andare direttamente al comune per fare prima scopre di non avere alcune carte che avrebbe ottenuto in biblioteca, quindi deve tornare indietro. Ad ogni bivio si può sbagliare e nel caso è necessario tornare indietro a recuperare le informazioni o le carte mancanti. Se ci si stanca, si è liberi di tornare a casa, cioè risedersi al proprio posto, ma senza aver ottenuto nulla. Alla fine è chiaro che per ottenere il nostro spazio dobbiamo essere informati, conoscere le regole e rivolgerci correttamente ai nostri interlocutori.
Terminato il gioco riprendiamo il foglio sul quale ci sono delle domande su cosa vorremmo per noi e gli altri, cosa pensiamo della nostra città, e cosa faremmo se fossimo il sindaco della nostra città.
In conclusione, questo progetto ci ha insegnato che ogni persona e ogni scelta è importante nella società. Nonostante le difficoltà e le divergenze è molto utile lavorare in gruppo, esprimere le proprie opinioni e ascoltare quelle altrui. Ricordiamo con particolare piacere il primo incontro perché è stato molto istruttivo, oltre che divertente, ci ha insegnato che unendo le nostre opinioni escono idee e consigli che possono contribuire alle nostre decisioni finali, come ad esempio la pulizia e la ristrutturazione della 2House, oppure la decisione dell’incontro con il sindaco per trovare un accordo. Inoltre ci siamo conosciuti meglio.
Questo progetto ci ha fatto comprendere l’importanza che abbiamo nella nostra società perché ogni nostra azione ha una conseguenza e tutti i giorni, spesso senza accorgercene, ci troviamo davanti a decisioni da prendere. Il progetto è stato molto piacevole e interessante grazie alla nostra “guida”, Delia, che ce lo ha presentato in un modo divertente e giocoso. All’inizio pensavamo che la politica non ci interessasse perché credevamo che riguardasse unicamente gli adulti, ma grazie a questi giochi abbiamo capito che tutto quello che facciamo quotidianamente è politica, ogni nostra scelta ha a che fare con la politica. Ogni azione è importante nella società di oggi perché le nostre scelte condizionano la realtà. Da questi tre incontri abbiamo capito che la politica non riguarda solo i politici e le leggi, ma anche noi in ogni decisione che prendiamo. Politica infatti significa decidere riflettendo sulle conseguenze ed è quello che abbiamo fatto nel progetto “Tocca a Me”.
Tutte le alunne e tutti gli alunni della 2H