Valorizzare, formare e contribuire alla crescita personale dei giovani sia dentro che fuori dal campo. Questi tasselli rappresentano la base su cui progettare e costruire la nuova stagione del Settore giovanile delle Fiamme Oro Rugby.
Al fine di promuovere e sviluppare quanto appena descritto, la società cremisi è lieta di annunciare che il Direttore Tecnico delle fasce Under 14-16-18 per la stagione 2025/2026 sarà Michele Fabiani.
Per ricoprire un ruolo cruciale e determinante nelle dinamiche che ruotano attorno al Settore giovanile, sotto tutti i punti di vista, la dirigenza ha scelta di puntare su un profilo competente e professionale, dal bagaglio tecnico e umano rilevante. Requisiti preziosi per la crescita e il miglioramento del vivaio.
Michele Fabiani, lo scorso anno skill coach della Prima Squadra cremisi, possiede la qualifica di allenatore di livello 3+. Ha disputato da giocatore 9 stagioni con la maglia delle Fiamme Oro Rugby. Tramite la società cremisi, nel 1996, con altri compagni di squadra e con l’allora allenatore Granatelli, ha trascorso una meravigliosa esperienza di due mesi in Australia, con la possibilità di giocare con i Brothers di Brisbane al fianco di giocatori internazionali di nazionalità australiana (tra cui 3 campioni del mondo del 1991) e figiana . Il suo curriculum è ricco, altresì, di esperienze e attività prestigiose in vari club italiani dall’importante tradizione, club in ha ricoperto ruoli di rilievo in più vesti.
Di seguito l’intervista al nuovo DT Juniores e Assistant coach della Prima Squadra.
Che emozioni e sensazioni hai provato alla notizia che saresti diventato il Direttore tecnico U14-16-18 delle Fiamme?
«Ho accolto con piacere ed entusiasmo la proposta di assumere la direzione tecnica del Settore juniores. In passato, quando da giocatore vestito la maglia delle FFOO, non erano attivi i settori giovanili ed ho sempre percepito che questa mancanza fosse un vuoto da colmare per consentire la crescita del club. Avere la possibilità di incidere nel processo di sviluppo e consolidamento di questa attività, mettendo a disposizione le esperienze acquisite negli anni in molte società, significa completare il mio percorso personale ma è anche un’opportunità per poter restituire alle Fiamme, almeno in parte, quanto ricevuto».
Il ruolo di DT richiede una visione globale delle dinamiche che ruotano attorno ad una società sportiva. Che significato ha per te questa posizione e quali sono gli obiettivi prefissati?
«L’ambito in cui mi è stato chiesto di incidere maggiormente è quello legato alla formazione e allo sviluppo dei tecnici che operano nelle tre categorie juniores. Le nostre dinamiche sportive e organizzative sono per molti aspetti le stesse che troviamo in ogni club con una struttura importante come la nostra, ma esistono anche peculiarità uniche ed intrinseche all’essere parte del Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro. Questi aspetti vanno considerati, coordinati e gestiti per permettere alla struttura tecnica di poter lavorare al meglio per centrare gli obiettivi prefissati. Tra questi sarà prioritario riuscire a consolidare ed incrementare un sistema di lavoro comune in cui, in ogni settore under, si sviluppino competenze tecnico/tattico/motorie adeguate alla fascia d’età ed in logica continuità tra le categorie. In questa logica è basilare per lo staff tecnico juniores la capacità di percepirsi come una vera e propria squadra in cui ognuno ricopre un ruolo, specifico e fondamentale, nel percorso formativo dei giovani atleti ed in cui il confronto sia continuo tra i tecnici stessi».
Lavorerai con ragazzi dai 14 ai 18 anni di età. Quali insegnamenti e valori cercherai di trasmette ai giovani leoni?
«La fascia d’età che va dai 14 ai 18 anni è compresa nelle tre categorie juniores ed è in continuo e veloce mutamento, non sempre facile da analizzare. Lo sport praticato in questa fase è e resta da sempre uno strumento educativo. Se quindi il modo di approcciarsi a queste generazioni deve necessariamente e continuamente adeguarsi all’evoluzione dei tempi, i principi e valori che vorremmo trasmettere restano abbastanza costanti: l’autostima; la consapevolezza che l’impegno costante e l’applicazione sono la strada necessaria per raggiungere un determinato obiettivo; il riconoscimento della diversità come un valore (e sappiamo, quanto sono diverse le caratteristiche dei vari giocatori in una squadra di rugby); il corretto valore della vittoria/sconfitta (facce della stessa medaglia); il rispetto dei ruoli, arbitro, avversari e compagni, allenatori, e quanto questo rispetto debba realmente e fortemente manifestarsi proprio nei momenti in cui si è in disaccordo con queste figure».
Cosa significa per te rappresentare le Fiamme Oro Rugby e quindi la Polizia di Stato?
«Le Fiamme Oro hanno segnato profondamente un periodo fondamentale della mia vita e aver avuto l’opportunità di indossare sia la maglia da gioco, sia la divisa della Polizia di Stato rappresenta per me in maniera indelebile un onore, un senso di responsabilità ed un enorme legame affettivo».
Si è parlato prima di visione globale a 360 gradi della società. Questo perché i settori U14-U16-18 rappresentano un prezioso e funzionale ponte: accolgono i piccoli del minirugby e dunque la formazione e la preparazione diventano naturalmente tasselli importantissimi considerata anche l’adolescenza. Sarai un punto di riferimento per i ragazzi, ma anche per le figure che lavorano quotidianamente sia con il vivaio che con la Prima Squadra…
«Molti dei ragazzi che alleneranno le categorie juniores sono ovviamente anche giocatori seniores, persone che seguirò sia come DT che come assistente allenatore in prima squadra. Sono convinto che per un giocatore poter vivere l’esperienza contemporanea di allenare a livello giovanile sia un’opportunità utilissima nella propria maturazione da atleta. Un aspetto che chiederò ai giovani tecnici sarà proprio quello di riuscire ad immedesimarsi nei ragazzi che alleneranno, in modo da comprendere meglio sia la responsabilità a cui sono chiamati, sia gli obiettivi che i ragazzi cercano di raggiungere grazie anche al supporto dei propri tecnici.
In conclusione ci tengo a spendere un riconoscimento significativo a Matteo Galluppi, che acquisendo la direzione tecnica dell’importante progetto della squadra Cadetta ha dovuto lasciare l’incarico che vado a prendere. Matteo ha svolto un lavoro enorme che va evidenziato, sul cui solco sarà sicuramente più agevole per me lavorare. Auguro a lui il meglio nel nuovo ruolo, auguro a me di riuscire ad incidere come ha fatto lui ed auguro ad entrambi (ed a Daniele ed Andrea ovviamente) il meglio per ciò che ci aspetta con la prima squadra».