Acqua non potabile ai Monteroni e non solo: Mazzarino calca la mano • Terzo Binario News

Ci sono volte in cui ci si chiede se valga la pena rendere pubblici i fatti oggettivamente negativi, ove addirittura scorretti, e questo non perché non si desideri un mondo migliore che non faccia vedere certe storture, ma perché sembra come se la gente si sia assuefatta al peggio, e rassegnata al fatto che l’ingiustizia abbia il sopravvento.

Sappiamo che il livello di impegno cui tutti noi siamo sottoposti è tale che non si dedichi più di un minuto al singolo fatto, ma questo è un grosso problema perché poi tutti si lamentano ma sono lamentele che cadono nel vuoto.

Il nostro modo di fare è sempre stato di dare informazioni, separate dai giudizi, e lasciamo ai lettori maturare un proprio giudizio, per cui non sappiamo se generiamo riflessione. Diciamo questo perché di recente abbiamo portato all’attenzione argomenti che toccano la salute ed il diritto di molti.

Abbiamo parlato della cementificazione selvaggia perseguita dal sindaco Grando in totale contrasto con i suoi programmi politici di partenza ma che ha portato una massa di cemento che non si vedeva dagli anni ’70 e che è sempre e solo a favore dei soliti noti.

Abbiamo dimostrato la totale assenza di una pianificazione urbanistica degna di tale nome, ma pagata con fior di consulenze il cui scopo era solo di facilitare l’approvazione da parte della Regione e non di creare un reale assetto urbanistico moderno.

Abbiamo dimostrato la totale assenza dei servizi, come poi è emerso delle lacune evidenziate dalla VAS della Regione Lazio, che tutti i cittadini scontano sulla propria pelle ogni giorno, a partire dall’acqua, per passare al traffico caotico, passando per i servizi pubblici inefficienti.

Abbiamo parlato di oltre settecentomila euro spesi per un pozzo che nulla ha fatto per migliorare la situazione idrica e dell’evidente menefreghismo verso il disservizio dato a tutta Monteroni che da sei anni e mezzo paga per potabile acqua che potabile non lo è.

Anzi, è notizia di questi giorni che oltre che per le persone l’acqua a Monteroni non è potabile neanche per gli animali uso domestico, mucche e pecore, e se si hanno dei cavalli vi dovete prendere la responsabilità voi di abbeverarli con acqua non idonea.

Abbiamo parlato di antenne per telefonia mobile nate in totale assenza di pianificazione dovuta per legge e nonostante non vi sia una certezza che esse siano innocue. Eppure Ladispoli ha un numero di antenne di gran lunga superiore ad altri paesi simili, ed abbiamo ricordato come installare una antenna sia un buon business per pochi.

Si è parlato del degrado generale che si manifesta in vari modi, dall’abbandono mai contrastato nonostante decine di migliaia di euro di fototrappola candidamente accantonate, o con l’abbandono di amianto e rifiuti ad Olmetto e in altre zone.

Abbiamo parlato di alcune situazioni di sanatoria a dir poco discutibili. In un paese civile si sarebbe generata una discussione e qualche critica ma nel merito. Invece è bastata qualche manifestazione, a partire da un concerto di capodanno pagato il triplo del ragionevole, e alimentare una allegra pro-loco che tutto sembra dimenticato.

Poi poco conta se le rendicontazioni restino un mistero per pochi intimi. Nonostante questo panorama a dir poco deprimente è bastato dare in pasto alla folla quattro salti in piazza per avere un’arma di distrazione di massa in grado di far dimenticare il disastro che si accompagna a tanti dubbi. Per onestà intellettuale ci siamo anche sentiti il dovere di sottolineare le tante carenze mostrate dall’opposizione.

Una opposizione scialbe nei contenuti ed ancor più nella sostanza che troppo spesso vive solo di scaramucce a dir poco diseducative per chi ascolta, buone solo per dei soliloqui autoreferenziali.

Una opposizione che ben poco ha prodotto in termini di azioni concrete e si è colpevolmente bloccata per futili motivi, magari fermandosi per un rifiuto di un accesso agli atti o non è andata a fondo di situazioni che viceversa andavano assolutamente chiarite.

Per essere concreti ci sono moltissime cose nelle quali il Comune di Ladispoli ha palesi lacune, dalla trasparenza all’accesso agli atti, alla copertura con omissis anche di dati che dovrebbero essere pubblici, per non parlare delle rotazioni degli appalti. Un esempio per tutti è l’albo pretorio, volutamente modificato in modo che lo storico renda difficoltoso reperire i documenti. Insomma uno scenario che qualche concerto e due salti in piazza non rendono davvero degno di un paese moderno che, invece, soffrirà delle cicatrici per molto tempo. Comunque, dato che a noi non piace ballare, continueremo a segnalare ai lettori quello che vediamo, poi resterà a loro valutare, sperando che non siano troppo distratti dalla nebbia alzata per distrarli e magari pensino veramente ad un domani migliore.

cardinal Mazzarino

Pubblicato mercoledì, 4 Settembre 2024 @ 06:57:00     © RIPRODUZIONE RISERVATA