Non solo perquisizioni personali e domiciliari. I militari della Guardia di Finanza stanno passando al setaccio gli uffici, le sedi legali e operative, i telefoni, i computer e le vetture in uso ai quattro indagati nell’inchiesta sull’approdo turistico di Civitavecchia.
«Rilevato che, allo stato, vi sono fondati elementi di responsabilità a carico di chi è indagato – si legge nel decreto di perquisizione firmato dal pm Alessandro Gentile – è utile ai fini dell’indagine procedere con la massima urgenza alla perquisizione personale, dell’abitazione con le relative pertinenze, nonché delle vetture in uso a chi è indagato». Disposte le perquisizioni della sede di Civitavecchia dell’Autorità del Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro- settentrionale, delle sedi legali, operative, di fatto delle società Roma Marina Yachting s.r.l., Port Mobility s.p.a. e Rogedil Servizi s.r.l., degli apparecchi informatici (fissi o mobili) e telefonici in uso agli indagati e di un funzionario, «essendovi fondato motivo – scrive il pubblico ministero – di ritenere che vi si custodiscano corpi del reato o cose ad esso pertinenti, utili all’accertamento dei fatti». «Perquisizioni indispensabili – si legge nel decreto – a rinvenire le cose ricercate non essendo in altro modo acquisibile la fonte di prova e che l’eventuale ritardo nell’esecuzione dell’atto potrebbe determinare un grave ed irreparabile pregiudizio allo sviluppo delle indagini ed alla acquisizione della prova; ritenuto che chi è indagato potrebbe aver occultato i beni in altri luoghi nella sua disponibilità o in quella di parenti, luoghi e persone allo stato non noti».
