Pochi giornalisti all'incontro col deputato, il M5S protesta: "Scrivono balle, legati alla casta" • Terzo Binario News

quarto-potereSolo due giornalisti erano presenti all’incontro di mercoledì 15 maggio col deputato del M5S Massimo Artini. Quanto basta per scagliare un bell’anatema sul sistema giornalistico italiano dal pulpito della santità pentastellata.

“Sono mesi che i giornalisti italiani non fanno altro che lamentarsi che il M5S non concede interviste, fugge davanti alle telecamere ecc. Di queste balle hanno riempito le teste degli italiani e che siano balle proprio mercoledì sera ne abbiamo avuto la riprova”, sostiene il Movimento di Ladispoli in un comunicato.

“Oltre venti testate giornalistiche erano state invitate all’incontro pubblico con il deputato della Repubblica Massimo Artini – continua il comunicato – Hanno poi confermato la loro presenza anche i deputati Gianluca Rizzo e Marta Grande, referente per il coordinamento Roma Nord Ovest del M5Stelle. Crediamo sia un evento raro per Ladispoli e dintorni avere la visita di tre deputati che, “dopo” la conclusione della campagna elettorale, si prestano ad un confronto pubblico.

Ci aspettavamo la ressa di domande da parte dei giornalisti su tutti i temi caldi che cercano di farci passare come verità (ad esempio il rapporto con Grillo, le alleanze in Parlamento, il tema della diaria, lo Ius soli). E  invece nulla, fatta eccezione di Fabio Bellucci (Etrurian TV) e Maria Emilia Baldizzi (Il Colibrì).

Allora una riflessione nasce spontanea: è più facile inventarsi delle storie sul M5S piuttosto che andare a scovare le notizie? Questa è l’ennesima dimostrazione che qualcosa nel sistema giornalistico italiano è da cambiare, perché legato a una casta politica a cui interessa solo la visibilità nei talk show e le inaugurazioni pre-elettorali.
Cari “giornalisti” …  forse dovreste fare il mea culpa e pubblicare questo comunicato per onestà intellettuale”.

Fin qui la critica del M5S. Ci si consenta tuttavia di aggiungere una replica. Il comunicato l’abbiamo pubblicato, come è stato con tutte le informazioni che abbiamo ritenuto degne di utilità e  interesse sociale, spesso arrivate in forma frammentaria e non organizzata, inviateci dal Movimento. Non possiamo tuttavia che respingere l’accusa di servilismo alla casta così come non facciamo alcun mea culpa, questo sì retaggio di una cultura giudaico-cristiana incentrata sul pentimento, il senso di colpa e il rimorso, che non ci appartiene.

La comunicazione che il Movimento ha mandato alle redazioni aveva tutto l’aspetto di un comunicato e non di un invito alla stampa. Non a caso nel testo si parla solo “di un incontro aperto a tutta la cittadinanza”. Premesso che la scelta di partecipare a questo o quell’altro incontro pubblico rientra nella scelte del libero arbitrio e delle esigenze redazionali, forse l’iniziativa andava promossa in altri modi, dando opportuna pubblicità e indicazioni precise con un invito esplicito alla stampa e magari facendo un recall telefonico per accertarsi della presenza dei giornalisti. Queste sono le regole del nostro mestiere consolidate negli anni in tutte le democrazie, dove le fonti di informazione e gli eventi stampa si sono moltiplicati a dismisura e di pari passo gli uffici stampa si sono dovuti attrezzare per avere più visibilità e garantire il successo delle proprie iniziative. Forse sarà dovuto anche a questo il flop dell’evento denunciato dal M5S.

Pubblicato domenica, 19 Maggio 2013 @ 13:05:57     © RIPRODUZIONE RISERVATA