L’Istituto Comprensivo Ladispoli1 ha ricordato le figure dei due Magistrati Falcone e Borsellino • Terzo Binario News

Il nostro Istituto non poteva di certo mancare a questo straordinario appuntamento anche perché due dei nostri plessi scolastici sono stati intitolati diversi anni fa alla memoria dei due magistrati, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi nel 1992 dalla Mafia. E sono davvero tante le iniziative, le attività svolte ogni anno nelle classi per sottolineare l’importanza e il valore di queste esperienze che si inseriscono in un percorso didattico incentrato sul tema della legalità. Abbiamo accolto progetti che hanno previsto anche una serie di vivaci confronti con gli studenti che, attraverso esempi di vita quotidiana e fatti realmente accaduti, possono divenire consapevoli dei rischi che certi comportamenti fanno correre, dei danni che questi provocano e di quanto sia importante una rete di solide relazioni corrette. È infatti sempre più importante spiegare agli studenti il corretto impiego della tecnologia informatica e l’utilizzo della rete, le condotte che possono dare luogo ad episodi di bullismo tra i giovani, il ruolo fondamentale dell’informazione e della formazione, e molti altri temi proposti da personale qualificato, che quotidianamente si trova ad affrontare questi nuovi aspetti della vita quotidiana. L’obiettivo è infatti quello di far crescere il senso civico degli studenti per capire l’importanza dell’impegno civile e della cittadinanza attiva e consapevole. Sono trascorsi ormai venticinque anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, dalla morte di questi due grandi uomini, semplici cittadini che hanno dimostrato con impegno civico, quotidiano, il proprio ‘NO’ alle mafie, due eroi normali insomma, che hanno fatto semplicemente il loro dovere. Tutti noi docenti e alunni , siamo orgogliosi e fieri di sapere che due nostri plessi portano il loro nome, il nome di due magistrati che hanno avuto un enorme peso sulla nostra storia e che ci hanno saputo lasciare le loro idee che ancora oggi volano libere e leggere per tutti coloro che credono di poter cambiare il mondo e renderlo migliore! Ogni anno sono sempre di più gli studenti e gli insegnanti che manifestano in modo sempre più forte e più convinto il loro impegno contro le stragi e in ricordo delle tante vittime innocenti. Il 23 maggio è una giornata per dire il nostro “NO” alle mafie e per capire che cos’è realmente questo fenomeno. Esperienze come queste sono molto importanti e belle, aiutano a calarsi nelle storie e negli avvenimenti di cui forse si è solo sentito accennare sui giornali o sui libri di scuola. In fondo, che cos’è la cultura se non una risorsa per costruire migliori condizioni di vita? L’educazione alla legalità, alla salute, al rispetto per l’ambiente possono aiutare i ragazzi ad affrontare le paure e i pericoli reali. Nell’insegnare le regole del vivere civile, la Scuola può restituire benessere e serenità e anche in queste occasioni può dimostrare di sapersi porre come agenzia educativa sul territorio per offrire a tutti opportunità di riflessione su tematiche tanto rilevanti quanto sentite. Fondamentale, però, è il dopo: il ritorno a casa. Cosa ce ne facciamo altrimenti di esperienze come queste, ad alto tasso emotivo ? Ricchezze come queste si rivelano soltanto se trasformate nello stimolo a un impegno concreto, quotidiano, a informarsi e impegnarsi. Esse acquistano rilevanza se inserite in un percorso personale di graduale presa di coscienza del ruolo e delle responsabilità che ciascuno può assumere là dove vive e dove lavora e come ripeteva sempre Giovanni Falcone ,“ semplicemente facendo ognuno il proprio dovere”. È fondamentale mantenere vivo il ricordo di Falcone e Borsellino, così come è importante ricordare e celebrare le vite di tutte le vittime innocenti morte per mano mafiosa, ma il ricordo, quello vero, va oltre la giornata del 23 maggio e va oltre la partecipazione al viaggio della legalità. Il vero ricordo è quello che si fa impegno quotidiano, che diviene consapevolezza e stile di vita nel mondo, nel paese, nel quartiere, nel posto di lavoro. Perché tutti, ciascuno con le proprie specificità, siamo chiamati ogni giorno a essere testimoni vivi e credibili di una cultura della legalità che parte dal basso, dai piccoli gesti quotidiani a cui spesso diamo troppa poca attenzione. Solo in questo modo possiamo diventare le gambe delle idee che ci sono state consegnate!

Pubblicato venerdì, 26 Maggio 2017 @ 08:32:48     © RIPRODUZIONE RISERVATA