L'altra città • Terzo Binario News

santo-fabianoC’è una città laboriosa, di persone che si alzano al mattino presto per prendere il treno e correre verso i luoghi di lavoro, per tornare quando ormai è sera; di persone che lavorano in città, imprenditori, operai, impiegati, che danno vita alle strade cittadine, già dalle prime ore del giorno, fino a sera, aprendo uffici, negozi, officine e altre imprese, facendo i conti con le difficoltà del momento; di persone che accudiscono la famiglia, accompagnano i figli e movimentano i mercati cittadini, con la fatica quotidiana di dare valore alle risorse finanziarie, sempre più scarse; di persone giovani, ancora a scuola o in attesa di lavoro, che si riconoscono in ogni angolo del quartiere e nello sguardo degli amici e vorrebbero trovare qui la strada che consenta loro di sistemarsi in modo stabile; di anziani che hanno trovato in questa città il luogo dove passare gli anni più difficili della propria vita; di professionisti, impegnati a “fare rete” e cercare occasioni di lavoro, anche nei centri vicini o nella capitale, tenaci combattenti in un sistema allo stremo.
Gente laboriosa, che si accontenta della routine, esperta nella magica trasformazione del “poco in molto” che sa essere gentile e conosce la solidarietà.

E poi c’è un’altra città, fatta di persone che hanno trovato il modo di vivere, senza così tanto impegno, né cultura, catapultate nei palazzi “dove si decide”.

Persone senza arte né parte che adottando scorciatoie provinciali si ritrovano nei luoghi dove si delibera, ma non sanno cosa dire e infatti non dicono nulla. E per questo rimangono saldamente confermati.

Persone che si sono improvvisate imprenditori, da un giorno all’altro, perché una certa legge consentiva ai comuni di costruire e si sono trovati al posto giusto, al momento giusto.

Persone che con artifizi amministrativi si sono trovati proprietari di aree e di autorizzazioni per edificare.

Persone che si proclamano direttori di se stessi e scrivono su giornali che nessuno legge e che nessun editore mai pubblicherebbe, ma con i soldi pubblici, si fanno miracoli.

Persone che si trovano in politica, ma non sono politici e nemmeno tecnici, però hanno trovato il modo di esserci, e visto che ci sono si avvantaggiano come possono.

Persone che hanno l’aspetto delle debuttanti al gran ballo, sono lì per essere adottati da qualcuno e la loro scelta politica è quella di non avere opinioni e votare sempre “a comando”, per non dispiacere il padrino.

Persone che hanno inteso il palazzo come una slot machine, dove, però il banco perde sempre e chi gioca si arricchisce, senza rischi o ludopatie.

Persone che hanno bisogno di uno scranno o di un tacco alto per essere notati e quando ne sono muniti, si sentono come Harry Potter nel pieno dei poteri, ma stanno dalla parte di Voldemort. E lo fanno con avidità e così tanta ingordigia che non si divertono nemmeno. I loro volti sono assetati di potere, di posizioni, di occasioni di profitto, di traffici prossimi venturi, di nuovi incarichi, di promesse, di commesse e anche di frequentazioni poco nobili o persino lascive. Non si fidano uno dell’altro. Fanno accordi a cui non si sentono legati e si tradiscono alla velocità del fulmine per poi tornare insieme, per il prossimo affare, ma senza impegno.

La prima città è molto più numerosa, ha il volto della gente che lavora e che vive di progetti sulla famiglia e sul futuro dei figli. L’altra è avida e ingorda, vive solo di presente e della voglia di accumulare e raccoglie intorno a se giocolieri, nani e ballerine, pronta a difenderla fino alla morte. E’ astiosa, sospettosa e prepotente e… ci rappresenta (?) e decide per tutti noi.

Pubblicato lunedì, 6 Ottobre 2014 @ 14:28:22     © RIPRODUZIONE RISERVATA