Continua la crisi dell'edilizia nel Lazio, in un anno perse 62mila imprese e 30mila posti di lavoro • Terzo Binario News

Ieri mattina alla sede della Federlazio è stato presentato il primo rapporto dell’osservatorio sullo stato di salute dell’edilizia nel Lazio. I dati che sono emersi sono stati raccolti attraverso un’indagine su un campione di 130 imprenditori edili della regione, intervistati tra aprile e maggio del 2017.
Dal l’elaborazione dei dati di Federlazio si evince come l’intero settore viva una grave crisi occupazionale e imprenditoriale. In Italia tra il 2012 e il 2016 sono 62mila le imprese in meno e 300mila i posti di lavoro persi. Il dato laziale è preoccupante: a fronte della chiusura di 1.196 imprese, si sono persi 30mila posti di lavoro. Un dato in controtendenza è quello delle compravendite di immobili che dal 2012 sono aumentate di 6.500 unità.
L’indagine di Federlazio ha riguardato diverse tematiche: l’andamento delle attività per segmenti di mercato, i fattori che incidono sul mercato, il ricorso al credito, le prospettive per il 2017. Nel 2016 il saldo delle valutazioni delle attività aziendali evidenzia un indice negativo di 30 punti. Questo risultato deriva dalla differenza aritmetica tra il 15% delle aziende che hanno registrato uno sviluppo del proprio business e il 45% che ha ridotto i livelli d’ attività. Tale saldo peggiora per le imprese fino a 5 addetti dove raggiunge il valore di -38,1 e tra quelle che operano sul mercato pubblico -43,2. Anche i prezzi ottenuti per le commesse dalle imprese intervistate non vanno meglio: il 15% ha ottenuto prezzi migliori, contro un 41% che li ha dovuto pagare di più. Il saldo, calcolato come il precedente, è anche qui negativo: – 26.
Inoltre, secondo i dati dell’osservatorio, c’è stata una forte diminuzione dei livelli occupazionali che ha riguardato il 35% delle imprese intervistate. I posti di lavoro che sono diminuiti di più sono quelli stabili (a tempo indeterminato qui il saldo è di -23,2).
L’andamento dei singoli segmenti di mercato mostra come la crisi abbia colpito di più le attività relative alle nuove costruzioni, soprattutto l’edilizia commerciale (-51,5, il saldo è sempre calcolato come differenza di percentuali). Le ristrutturazioni e le valorizzazioni dell’edilizia privata, sono invece quelli che hanno consentito al settore di contenere le difficoltà (-9,8). Questo anche grazie agli incentivi fiscali, confermati anche per il 2017.
Per quanto riguarda il rapporto tra imprese edili e pubblica amministrazione locale, secondo i dati, il 27% dichiara di avere una relazione con la burocrazia locale molto negativa Mentre il 37% dichiara una situazione molto negativa nella capacità della burocrazia di rispondere alle esigenze imprenditoriale. Tra i fattori che incidono negativamente sulle aziende (in una scalda da 1 a 5) gli imprese indicano il “rallentamento e le complicazioni nelle procedure di aggiudicazione di bandi” (voto 4.05), seguito dalla “riduzione dei bandi di gara” (voto 3.66) e al terzo posto “l’aumento dei vincoli burocratici” (voto 3.61).
Poi c’è il credito: il 46% degli intervistati dichiara di aver chiesto una qualche forma di prestito. Solo il 40% di questi ha visto completamente soddisfatta la propria richiesta, mentre il 27% solo parzialmente, mentre sono il 33% le domande non accolte.
Infine, le prospettive per il 2017, che sembrano in miglioramento, con un saldo complessivo di -16, contro il -30 dello scorso anno(il saldo è calcolato con il solito metodo). Nel dettaglio dei diversi segmenti abbiamo: recupero urbano (saldo +5,3), ristrutturazioni per l’edilizia privata (saldo +2,4). Dato negativissimo invece per le prospettive dell’edilizia commerciale (-53,1).

Pubblicato giovedì, 13 Luglio 2017 @ 05:40:54     © RIPRODUZIONE RISERVATA