L’aeroporto di Fiumicino rischia la chiusura completa.
“Relativamente alle diossine rilevate fuori dal T3 stiamo tra 20-30-50 femtogrammi, ma all’interno troviamo valori fino a 3000. Purtroppo gli ultimi dati del gate D sono in aumento, passiamo da 1900 a 3000, il dato di oggi martedì 30 giugno è 3000, dati elevatissimi di diossina, 30 volte quello che per noi è il limite”.
Queste le parole di Loredana Musmeci, che ricopre il ruolo di direttore del Dipartimento Ambiente dell’Istituto Superiore di Sanità, durante l’audizione alla commissione infortuni del Senato.
Ma la controversia sarebbe proprio sulle soglie. Secondo il l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) tale limite in ambiente civile sarebbe fissato a 100 femtogrammi, quindi 30 volte più basso dei 3.000 registrati ieri. Esiste però una soglia a 100.000 da considerarsi in ambienti industriali. Sembrerebbe che Adr faccia riferimento a questa seconda soglia e da qui la decisione di mantenere aperto lo scalo.
Secondo però l’Istituto Superiore di Sanità l’aeroporto, transitato da passeggeri, non sarebbe assimilabile ad un ambiente industriale e quindi la soglia da considerarsi è quella a 100 femtogrammi.
Preoccupato il presidente dell’ENAC Vito Riggio, che si è detto pronto a qualsiasi intervento per la salvaguardia della salute di lavoratori e passeggeri. “Non ho capito se c’è un pericolo reale o no per la salute. Sono il primo a chiedere una verifica netta della Asl, un’assunzione di responsabilità di chi deve dare una risposta certa. Entro 24 ore vogliamo una risposta certa perché se c’è rischio vero chiuderemo tutto l’aeroporto”.
Certificati quindi i dati ora la decisione sarebbe demandata alla scelta della soglia da prendere in considerazione. Il rischio è la chiusura completa dell’aeroporto: una vera e propria paralisi per il traffico aereo sulla capitale e sul sistema aeroportuale italiano.